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Spesa farmaceutica, stop del Tar al «payback»

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Spesa farmaceutica, stop del Tar al «payback»

  • –Roberto Turno

ROMA

Appena due giorni fa la Camera ha approvato nel decreto enti locali il ripiano (payback) da 1,5 mld a carico delle industrie per lo sforamento della spesa farmaceutica nel 2013-15. Ma adesso su quel decreto - sui calcoli e le procedure messe in atto da Aifa - è piombato il Tar del Lazio (sezione terza quater), che ha accolto i ricorsi di una settantina di aziende, anche Big Pharma, che hanno chiesto, e ottenuto, la sospensiva dei pagamenti anticipati loro richiesti e attesi dalle regioni come una manna per mettere al riparo vecchi bilanci. I versamenti delle imprese dovrebbero avvenire entro martedì 26 luglio, salvo conguagli successivi. Il Tar entrerà nel merito solo a settembre.

E ora su questa vicenda, ormai di lunga data e di complicata gestione politica e finanziaria, si apre un capitolo tutto nuovo. E assai spinoso. Con il ministero della Salute che frattanto nella tarda serata di giovedì - evidentemente a conoscenza di una situazione che si stava arroventando in sede di Tar - ha pubblicato sul sito dell’Aifa una sorta di "linee guida" di chiarimenti alle aziende che offrono una ciambella di salvataggio, una via d’uscita, chissà quanto valida.

Certo è che a questo punto ogni azienda farmaceutica chiamata per la sua parte al payback deciderà per conto proprio cosa fare. Ma le premesse depongono per un nuovo braccio di ferro . Che rischia di mettere in bilico il decreto e di aprire una falla apparentemente imprevista nei conti (e nei bilanci) del Governo e delle regioni.

La sentenza di merito da parte del Tar è attesa intorno alla metà di settembre. Ma la conferma potrebbe non essere impossibile. Considerato tra l’altro che la motivazione della sospensiva da parte del Tar ribadisce le accuse di non trasparenza e di adeguata documentazione dei dati e dei conteggi dell’Aifa, come già accadde in qualche modo con la sospensione a suo tempo decisa dallo stesso Tar (e stessa sezione) della determina Aifa 2014 relativa al payback del 2013 a carico delle industrie.

Una situazione ingarbugliata e piena di insidie. Tanto che, dopo l’ennesima bocciatura delle procedure Aifa, cominciano a insinuarsi proposte di una soluzione legislativa per una negoziazione con le singole aziende che entro martedì prossimo 26, non avranno proceduto al pagamento del payback, attivando una specifica procedura negoziale con l’Aifa.

Il rosso totale della farmaceutica per il triennio 2013-2014 (il cui rimborso è stato fermato proprio dai giudici amministrativi) è secondo l'Aifa di circa 1,51 mld. Con una quota preponderante - 1,29 mld - per la farmaceutica ospedaliera, che già soltanto nel primi due mesi dell’anno ha macinato un rosso di 340 mln. Il payback per le imprese sulla farmaceutica territoriale del 2013-2015 vale invece in tutto secondo Aifa 225,3 mln. La riforma della governance del settore - che arriverà con la manovra 2017 - dovrebbe tra l’altro rivedere tetti di spesa palesemente inadeguati, a cominciare dall’ospedaliera, che nel triennio incriminato ha fatto segnare in tutto un buco di 3 mld, inclusa la quota (metà del totale) a carico dei bilanci regionali. La nuova governance dovrà tra l’altro affrontare il nodo cruciale dei farmaci innovativi, ma non solo.

Intanto le industrie biotech passano all’attacco: «Il payback sui farmaci è una vera e propria tassa su ricerca e sviluppo», dichiara in una nota il presidente di Assobiotec, Riccardo Palmisano. Aggiungendo che «i primi segnali di sospensive sul pagamento del payback che stanno arrivando, sono un elemento su cui riflettere e lavorare per una rivalutazione del meccanismo, e uno spunto per avviare una nuova governance della spesa farmaceutica, soprattutto ospedaliera. L’industria non si tira indietro - aggiunge Palmisano - ma non può accettare la penalizzazione dell’innovazione e l’assenza di certezze per il futuro».

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