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Rai, on line i compensi sopra i 200mila euro. Polemiche in vista nel…

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Sfida trasparenza

Rai, on line i compensi sopra i 200mila euro. Polemiche in vista nel Cda

Un'opportunità, non solo un obbligo di legge. Così il vertice della Rai, composto dalla presidente Monica Maggioni e dal direttore generale Antonio Campo Dall'Orto, ha presentato, nell'aula del Consiglio di amministrazione, la pubblicazione sul sito Rai del Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale. Il Piano, approvato a maggio dal Cda, rende accessibili una serie di informazioni: dall'attività svolta dal Cda alle regole della governance, dai dati sugli investimenti nell'audiovisivo ai bandi di gara e ai contratti sino ai bilanci degli ultimi cinque anni. Il “piatto” più appetitoso del Piano, però, è quello costituito dai compensi annui lordi dei dirigenti Rai, giornalisti compresi, superiori ai 200mila euro e alle consulenze e alle collaborazioni non artistiche che oltrepassano gli 80mila euro. Compensi già “filtrati” al pubblico da varie fonti, senza che in conferenza stampa sia stata detta una parola su tale “comunicazione aziendale”, non propriamente trasparente.

Maggioni: «Chi paga il canone ha il diritto di conoscere»
I vertici della Tv di Stato hanno sottolineato, però, come la Rai sia, in ogni caso, la prima azienda italiana a rendere pubblici dati così rilevanti sulla propria attività aziendale e il secondo servizio pubblico al mondo a farlo, dopo la Bbc. «La trasparenza - spiega Monica Maggioni - è un valore rispetto al nostro mandato e alla nostra missione di servizio pubblico. Chi paga il canone ha il diritto a conoscere». «Siamo in sintonia con il percorso del Paese - aggiunge Campo Dall'Orto - e per noi il Piano è un'opportunità più che un obbligo fissato dalla legge sulla governance del servizio pubblico. La trasparenza è “sorella” dell'innovazione, porta alla luce quello che fai, e quindi aiuta chi vuole innovare, come noi». Per tali ragioni, la Rai non pubblicherà on line non solo i compensi relativi al 2015 ma anche quelli attesi nel 2016. Mentre i dati del Qualitel, l'indagine sulla qualità percepita da un campione di utenti, saranno pubblicati giornalmente a partire dal primo gennaio 2017. La parola d'ordine di Campo Dall'Orto è «riprendersi la leadership culturale del Paese e la trasparenza è un passaggio importante, aiuta ad attrarre valore. Con il progetto Rai Academy vogliamo rafforzare e trattenere le competenze».

Polemiche in vista per la comunicazione del Piano
Le polemiche non mancheranno, a partire dal consiglio di amministrazione convocato per domani mattina. Non solo i consiglieri hanno appreso stipendi ed emolumenti da fughe di notizie orchestrate prima di una conferenza stampa, che, a sua volta, ha preceduto di un giorno la loro presa d'atto di un Piano approvato proprio dal Cda. Sarà sollevato, inevitabilmente, il caso di Francesco Merlo, il giornalista pensionato, che riceve dalla Rai circa 280mila euro lordi annui. Quando i consiglieri di amministrazione pensionati anch'essi non riscuotono alcun emolumento, tranne i rimborsi spese.

Carriere interne e cultura aziendale
Solo il tempo potrà dire quanto la Rai ricaverà da quest'operazione, in termini di rinnovamento e ricambio della sua classe dirigente, giornalisti compresi. Certo, desta sorpresa, ma non troppo, che il direttore di RaiUno, Andrea Fabiano, cresciuto in Rai, non compaia nella lista, perché guadagna meno di 200mila euro lordi, mentre gli altri due direttori di rete, ingaggiati dall'esterno, sono intorno ai 300mila euro lordi, la cifra media dei direttori dei Tg. Essere cresciuti in Rai sembra generare “meno valore” agli occhi dell'azienda. Campo Dall'Orto risponde che «la cultura aziendale è una sola» ed uguale per tutti. Certo, ma le cifre parlano da sole, a volte.

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