
«Sul referendum in queste settimane mi è parso di assistere a discussioni surreali, sulla scia della caccia ai Pokemon». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo oggi la stampa al Quirinale per la consueta cerimonia del Ventaglio. Il capo dello Stato ha anche parlato dell'emergenza terrorismo: «Dobbiamo impedire che la paura ci vinca, la violenza di vince con la cultura e i valori» ha detto.
«Sulla data del referendum dibattito surreale»
Parlando del referendum costituzionale di ottobre, il Capo dello Stato ha detto di «condividere l'auspicio che il confronto si svolga sul merito della riforma sottoposta al voto popolare», ma «a proposito della data e del cosiddetto spacchettamento - ha aggiunto - mi è parso di assistere a discussioni un po' surreali, quasi sulla scia della caccia ai Pokemon». «Si è detto che vi sarebbe stato uno spostamento della data di celebrazione del referendum, qualcuno ha anche invitato perentoriamente a comunicarne la data, ma - ha spiegato - la data del referendum non è stabilita per il semplice fatto che non è ancora possibile farlo».

Riguardo alle discussioni su uno «spacchettamento» della domanda referendaria, Mattarella ha chiarito «che, a quel riguardo, le forze politiche non avrebbero avuto alcun potere né possibilità di discuterne, così come non ne avrebbe avuto il Capo dello Stato». Infatti «a fronte di una richiesta, laddove vi fosse stata - ha aggiunto - soltanto la Corte di Cassazione avrebbe potuto decidere sulla formulazione dei quesiti, e rigorosamente in base a valutazioni giuridiche, non a considerazioni politiche».
« La paura non ci vinca»
«Nessun luogo è ormai lontano e in nessun luogo la violenza può essere considerata normale» ha detto il presidente, sottolineando che «non vi è soltanto l'assalto, feroce, del terrorismo ma questa stagione sembra dare spazio a ogni tipo di violenza». «Né possiamo dimenticare che gli assassini di Parigi e di Bruxelles e, ancora ieri, a St. Etienne - ha aggiunto - erano nati e cresciuti in Paesi europei. La diversità delle cause di stragi e crimini accresce l'allarme. Sembra davvero che il démone della violenza si sia nuovamente diffuso in Europa».
Il capo dello Stato ha quindi sottolineato che per contrastare il terrorismo è necessario «trovare la capacità di analizzarlo nella sua completezza per poterlo contrastare» innanzitutto «respingendone il proposito criminale di utilizzare la religione per scatenare un conflitto globale» e «anche in questo occorre la collaborazione attiva delle comunità religiose d'Europa, particolarmente di quelle islamiche» .

«Quel che dobbiamo impedire è che la paura ci vinca. Non possiamo consentire che il nostro Paese entri nell'età dell'ansia» ha proseguito Mattarella, spiegando che «questo deve essere, invece, il tempo della responsabilità» e che occorre «una sempre più ampia e completa collaborazione operativa tra gli Stati». «Lo Stato sociale - ha aggiunto - è un fondamentale fattore di sicurezza: occorre preservare gli indirizzi costituzionali, ridurre le diseguaglianze e le povertà, evitare che le generazioni più giovani paghino il prezzo maggiore della crisi». Parlando del fallito golpe in Turchia il presidente ha manifestato «sollievo per il fallimento»: «Ci auguriamo al più presto il compiuto ritorno alla normalità» ha detto, sottolineando che «vi sono principi di libertà, di rispetto delle persone e dei loro diritti che non possono essere mai negati».
«Violenza contro le donne alzi livello allarme sociale»
In un passaggio del suo discorso il capo dello Stato ha parlato di femminicidio, un'altra «forma di violenza che va contrastata ed estirpata». La violenza sulle donne «è un fenomeno inquietante, che ha assunto, in questi ultimi mesi, l'aspetto di una vera escalation» ha detto Mattarella, secondo il quale «questi gravissimi delitti sono frutto, in molti casi, di una distorta e patologica concezione della donna e del suo ruolo nella società» e «l'allarme sociale deve essere alto a questo riguardo» con «un'opera di prevenzione e una campagna sociale e culturale che parta dalle scuole».

«Non è accettabile insulto in politica»
«Da tante parti è stato sottolineato più volte che è anzitutto sul terreno della cultura e dei valori che è possibile battere la violenza che aggredisce le nostre
città» ha detto ancora il presidente rivolgendosi ai giornalisti. «Il clima di incertezza si riflette anche nel linguaggio della politica, dei media e dei social, un linguaggio dai toni aspri» ha sottolineato, spiegando che invece «Dovremmo stare tutti molto attenti, a partire da chi ha responsabilita' politiche, a evitare espressioni violente, oltraggio se, aggressive. Non e' accettabile insultare ripetutamente un avversario politico, farne bersaglio di una vera e propria campagna di denigrazione o livore».
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