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Gli imam in chiesa: l’Islam non ha a che fare con il terrorismo

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oltre 23 mila adesioni in italia

Gli imam in chiesa: l’Islam non ha a che fare con il terrorismo

Alcuni Imam partecipano alla messa nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere . Foto La Presse
Alcuni Imam partecipano alla messa nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere . Foto La Presse

Sono stati oltre23 mila i musulmani che oggi hanno partecipato alla messa in numerose chiese d’Italia, in segno di solidarietà per il brutale assassinio di padre Jacques Hamel, parroco a Saint Etienne du Rouvray, avvenuto lo scorso 26 luglio a Rouen,nel nord della Francia. La stima è stata diffusa da Comai, associazione che riunisce le comunità del mondo arabo in Italia e ha promosso attivamente l’iniziativa.

L'appello a schierarsi gli uni a fianco agli altri, musulmani e cristiani, era arrivato nei giorni scorsi dal Centro per il culto musulmano francese ed è stato accolto da numerose comunità, in Italia e in tutta Europa. L’obiettivo: dire no alla violenza, no al terrorismo. «Non bastano più messaggi di solidarietà, note di condanna, parole di biasimo. Oggi entreremo in Chiesa per compiere un gesto semplice e concreto: diremo ai nostri fratelli offesi dalla violenza che noi ci siamo, e vogliamo dar loro un abbraccio», ha detto al Mattino l'imam Yahia Pallavicini, presidente della Comunità religiosa islamica italiana. «Non sarà certo il gesto di oggi a porre fine al terrorismo. Ma -ha detto - a partire da questo gesto, vogliamo dare, insieme alla Francia, il segnale che l'Islam europeo è presente e intende dare una risposta culturale forte contro l'estremismo».

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Unanime la condanna alle azioni dei jihadisti dell’Isis: «A noi fa molto male sentir parlare di “terrorismo islamico”. La religione islamica non ha niente a che fare con esso, non ha nessuna colpa; questo l'abbiamo detto sempre e lo ripeteremo sempre» ha affermato durante il sermone odierno Ahmed El Balazi, Imam di Vobarno, il paese dove è cresciuto Anas El Abboubi, uno dei foreign fighters italiani. «Questi criminali sono i falliti di cui parlava il profeta», ha detto.

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Il supporto all’iniziativa è arrivato anche alle istituzioni: «Siamo molto lieti e molto grati, insieme alle nostre comunità cristiane, di questa pronta risposta a un appello che aspettavamo», ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, oggi a Cracovia per la Giornata Mondiale della Gioventù. Che ha definito quella alla violenza una «condanna netta e permanente, senza se e senza ma» e l’iniziativa di oggi «l’inizio di un percorso nuovo: la primissima risposta al fondamentalismo barbaro e brutale deve arrivare dal mondo islamico, perchè se chi pratica la violenza si sente circondato da una condanna netta, chiara, permanente, senza paura credo dovrà prenderne atto».

A fargli eco è stato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che ha affidato a Twitter le proprie considerazioni: «Grazie a tutti quegli italiani di religione islamica che indicano alle loro comunità la via del coraggio contro il fondamentalismo».

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La comunità islamica ha accolto l’invito al dialogo in tutta Italia: da Milano, dove l’Arcidiocesi ha organizzato la visita di alcuni rappresentanti della comunità islamica nella chiesa di Santa Maria di Caravaggio, fino a Palermo dove l’imam Ahmad Abd al-Majid Macaluso ha partecipato alla celebrazione mattutina nella cattedrale officiata da monsignor Filippo Sarullo. Passando per Roma, dove tre imam erano seduti in prima fila durante la messa nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. A Terni la celebrazione della messa domenicale nella chiesa del Sacro Cuore di Maria a Campomicciolo si è conclusa con un abbraccio tra il vescovo Giuseppe Piemontese e l'imam Elachmi Mimoun e con uno scambio di doni: un volume del Corano in lingua araba e italiana per il vescovo e un quadro del Cantico delle Creature di San Francesco per l’imam.

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