Ci sono molti modi di raccontare l’economia, e uno di questi è quello di incontrare i ‘maestri’ e spiegare i loro contributi. In queste puntate abbiamo incontrato Adam Smith, il ‘padre dell’economia’ – ne abbiamo parlato numerose volte, a partire dalla puntata 2, «Crescete e moltiplicatevi». Abbiamo più volte parlato di John Maynard Keynes, o di Joseph Schumpeter... E adesso ci occupiamo degli economisti contemporanei, con una disamina dei premi Nobel dell’economia. I Nobel hanno un illustre e antico lignaggio: i primi furono assegnati nel 1901, per la fisica, la chimica, la medicina, la letteratura e la pace. Ma fu solo nel 1968 che il premio Nobel dell’economia, per iniziativa della Banca centrale svedese, fu istituito. E il primo fu assegnato l’anno seguente, il 1969.
Il riconoscimento premiò due economisti, Ragnar Frisch e Jan Tinbergen. Furono fra i padri fondatori dell’econometria, branca dell’economia che misura i fenomeni economici e le interrelazioni creando modelli di funzionamento del sistema economico. Abbiamo definito Adam Smith ‘padre dell’economia’ e i due primi recipienti del Nobel come ‘padri fondatori’ dell’econometria. Ed ecco, nel 1970, la premiazione di Paul Samuelson, altro ‘padre’ che trasformava in un concettuale ‘oro colato’ qualunque argomento di economia trattato. Ed ebbe milioni di ‘figli’, se tali si possono chiamare gli studenti che lessero il suo «Economia», forse il più bel libro di testo che sia stato scritto in quella materia.
E poi John Hicks – qual è il processo, conscio o inconscio, con cui il consumatore fa le sue scelte? Kenneth Arrow: perché non è possibile che un sistema elettorale soddisfi le preferenze degli elettori? Leontief, il padre della ‘matrice delle interdipendenze strutturali’. Friedrich Hayek, apostolo del liberalismo. Gunnar Myrdal, eclettico protagonista che sottolineò il ruolo delle aspettivative nalla formazione dei prezzi. E infine, Leonid Kantarovitch e Tjalling Koopmans, che affrontarono il nodo della migliore allocazione delle risorse.
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