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Corporate bond britannici troppo cari

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Corporate bond britannici troppo cari

  • –Mara Monti

MILANO

In un mondo di tassi europei negativi, la decisione della Banca di Inghilterra di tagliare il tasso di riferimento dello 0,25% e soprattutto di avviare un programma di quantitative easing che comprende anche i corporate bond in sterline, ha spinto ancora di più al ribasso i rendimenti di corporate bond europei e sovrani. Era stata la stessa Banca centrale europea, due giorni fa, a rivelare che il 20% dei bond acquistati con il suo programma, iniziato lo scorso giugno, per un totale di 13,5 miliardi di euro, ha rendimenti negativi.

Il piano, come sottolineato dalla stessa Bce, è servito per abbassare il costo dei finanziamenti per le aziende, un suggerimento che non sarà sfuggito alla Banca d’Inghilterra (BoE) che con la decisione di ieri di acquistare 10 miliardi di sterline di debito corporate nei prossimi 18 mesi, cercherà di spingere il mercato in sterline verso i livelli dell’euro e del dollaro (vedi grafico in pagina).

«Sebbene gli spread creditizi siano scesi in tutto il mondo, in particolare dopo l’annuncio di Draghi in marzo riguardo agli acquisti di obbligazioni societarie, il credito in sterline si è mosso meno di altri mercati», spiega Anthony Doyle, investment director del team fixed interest di M&G Investments. Secondo gli indici BofA Merrill Lynch, il credito societario investment grade britannico quota a uno spread di 161 punti base sui titoli governativi, mentre quello in dollari e in euro il differenziale è rispettivamente di 148 e 114 bps.

«La composizione è senz'altro un fattore rilevante - continua il gestore -. Il mercato britannico dei titoli societari presenta scadenze più lunghe e questo comporta un premio al rischio. Tuttavia anche se si guardano gli spread in termini di “stesso emittente, scadenza simile”, il divario per il mercato del Regno Unito resta ampio».

Ad esempio, le obbligazioni di Deutsche Telekom con scadenza 2030 quotano a uno spread pari a gilt più 108 bps in sterline, mentre in euro lo spread sul Bund è di 90 bps. Nel confronto con il dollari, il bond Johnson & Johnson scadenza 2023 in sterlina quota uno spread di 40 bps sul Gilt e soltanto 19 punti base sul Treasury americano. Le emissioni di Tesco al 2024 presentano uno spread di 314 bps sui gilt, mentre nella versione in euro al 2023 lo spread è di 257 bps sui bund. «Da tempo si è instaurato un circolo vizioso sul mercato del debito britannico - spiega Doyle -. Le società approfittano del costo inferiore del finanziamento altrove e quindi emettono bond in dollari o in euro, il che riduce la liquidità nel mercato in sterline. Questo fenomeno, a sua volta, amplifica gli spread del credito, rendendo ancora più costoso il finanziamento in sterline». Non è un caso che dal 2012 l’emissione lorda annua in sterline si è quasi dimezzata e la quota delle emissioni globali l’anno scorso è stata la più bassa di sempre. I titoli che la BoE acquisterà solo sul mercato secondario e non primario saranno senior, non-callable, investment grade. Un mercato moribondo quello dei corporate bond in sterline che la BoE cerca ora di ravvivare.

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