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Nomine Rai, sì del cda a maggioranza

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Nomine Rai, sì del cda a maggioranza

  • –Marco Mele

ROMA

Il cda approva a maggioranza le nomine proposte dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. A favore votano sei dei nove consiglieri. Contrari i due nominati dal centrodestra, Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca, più Carlo Freccero, indicato dal Movimento5Stelle. La vicenda delle linee guida per il Piano per l’informazione, illustrate ieri notte in Vigilanza, la scelta del presidente Roberto Fico di non porre in votazione il documento delle opposizioni, dando il via libera alle nomine, provoca le dimissioni dalla commissione di Vigilanza di Miguel Gotor e Federico Fornaro, della sinistra Pd. Il secondo aveva presentato una mozione che collegava l’approvazione del Piano da parte della Vigilanza alle nomine da parte del cda Rai. Il gruppo del Pd al Senato è già pronto a sostituirli, quando le dimissioni arriveranno: tra i candidati, si fanno i nomi di Magda Zanoni, Leona Pignedali, Nicola La Torre e Andrea Marcucci.

Al cda basta un’ora di discussione per le direzioni dei Tg: Mario Orfeo confermato al Tg1, Ida Colucci nuovo direttore al Tg2, Luca Mazzà al timone del Tg3, al posto di Bianca Berlinguer, Nicoletta Manzione alla guida di RaiParlamento e Andrea Montanari che va alla direzione di Giornale radio e Radio1. Confermato alla direzione della Tgr, le testate dell’informazione regionale, Vincenzo Morgante. Sono stati nominati quattro nuovi direttori, mentre Bianca Berlinguer avrà la conduzione di una “striscia quotidiana” dalle 18,30 alle 19 e da febbraio due seconde serate, con la collaborazione di Michele Santoro e della sua factory. Restano per ora senza collocazione Flavio Mucciante, direttore uscente di RadioRai e Gianni Scipione Rossi, direttore uscente di RaiParlamento. Per entrambi si prospetta una ricollocazione interna, mentre Marcello Masi, direttore uscente del Tg2 sarà il vice di Carlo Verdelli alla direzione per l’Informazione. Tra gli ex direttori Rai ancora in cerca di collocazione vi è Carlo Paris, sostituito a febbraio da Gabriele Romagnoli alla direzione di RaiSport.

Qualche precisazione arriva anche dai consiglieri che hanno votato a favore delle nomine. «Avrei come altri preferito un passaggio differente - sottolinea Franco Siddi - si poteva fare il piano informativo qualche mese prima. Il mandato dei nuovi direttori dovrà essere molto chiaro: servono correttezza e completezza e rispetto del pluralismo. Occorre che nessun tg possa essere qualificato come giornale del sì o del no al referendum costituzionale». Anche secondo Rita Borioni, «l’operazione poteva essere guidata con più saggezza. Ho votato a favore in ragione di un progetto di innovazione che condivido in larga parte, ma c’è un problema su come l’azienda è al momento vista dai cittadini».

Le nomine, insomma, dividono innanzitutto il Pd: secondo Pierluigi Bersani «il gesto di Gotor e Fornaro è forte e coerente. Chi governa il Pd ha ereditato un partito che rifiutò di partecipare alle nomine Rai e sostenne la scelta di libere associazione, senza mai interferire in nulla». Il Movimento5stelle, con i suoi parlamentari della Vigilanza, invece, attacca anche «la minoranza Pd e il duo Brunetta-Gasparri, che se attaccano le scelte di Campo Dall’Orto, lo fanno perché volevano un pezzo di torta. Il disegno del Governo è militarizzare l’informazione».

Anche il vertice Rai non esce compatto dalla vicenda. Lo dimostra la durezza delle tre ore di discussione in cda sulle linee di sviluppo del futuro piano per l’informazione. Carlo Verdelli ha messo sul piatto anche il proprio incarico, ma ha poi ricevuto piena fiducia dal consiglio. Il neo direttore del Tg3, Luca Mazzà, intanto, assicura il proprio impegno «per guidare il Tg3 lungo la linea della forte autonomia da ogni tipo di potere politico ed economico». Critici Fnsi e Usigrai: «La scelta di interni Rai non ci fa cambiare idea: non esiste nessun piano e noi volevamo prima un progetto per poi individuare i profili adatti».

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