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Dall’economia dell’ambiente ai Nobel, scopri quanto ne sai.…

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Dall’economia dell’ambiente ai Nobel, scopri quanto ne sai. Vai al quiz

La preoccupazione per l’ambiente è una conquista relativamente recente. Prima si dava priorità allo sviluppo, “costi quel che costi”, oggi invece il pendolo sta oscillando dall'altra parte e lo sviluppo “sostenibile” è ormai un passaggio obbligato di ogni politica di espansione dell’economia.

È proprio all'economia “verde”, quella che sta imparando a consumare meno energia, che è dedicato il volume della collana “L’Economia per la famiglia” in edicola col Sole 24 Ore di martedì 9 agosto dal titolo “L’ambiente”. L’economia verde non riguarda solo gli aspetti “non di mercato”, come congestione e inquinamento. Riguarda anche gli aspetti di mercato, come nel caso dell’energia, dove ci si preoccupa di ridurre la quota dell’energia inquinante e aumentare quella da fonti rinnovabili. Con l’avvertenza di usare il concetto di “impronta energetica” (la quantità di energia impiegata, direttamente o indirettamente, per produrre un bene o un servizio) per valutare la convenienza delle energie “pulite” (per esempio, per produrre le eliche degli impianti eolici ci vuole energia, non sempre pulita...).

La collana L'economia della famiglia prosegue mercoledì 10 agosto con il volume “Idee che muovono il mondo. Premi Nobel 1969-1975”, che apre una serie di approfondimenti dedicati ai Nobel per l’economia: da Ragnar Frisch e Jan Tinbergen, fra i padri fondatori dell'econometria a cui fu assegnato nel 1969 il premio Nobel dell’economia, istituito per iniziativa della Banca centrale svedese nel 1968, a Paul Samuelson, il cui testo ha formato milioni di studenti in tutto il mondo, proseguendo con John Hicks, che ha studiato il processo con cui il consumatore fa le sue scelte. E ancora: Kenneth Arrow, che col suo “teorema dell’impossibilità” ha analizzato i motivi per cui non è possibile che un sistema elettorale soddisfi le preferenze degli elettori, fino ad arrivare a Leonid Kantarovitch e Tjalling Koopmans, che affrontarono il nodo della migliore allocazione delle risorse.

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