Italia

Scontri con i migranti, un agente muore di infarto

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

Scontri con i migranti, un agente muore di infarto

Un sovrintendente capo di 50 anni della Polizia di Stato è morto per un infarto durante i tafferugli tra polizia e No border che ieri sera hanno occupato una ex caserma dei Vigili del fuoco a Ventimiglia, dove oggi si terrà la manifestazione di protesta con i migranti rimasti nel centro temporaneo di accoglienza allestito dalla Croce Rossa. Cordoglio è stato espresso dal presidente della Regione, Giovanni Toti, che ha chiesto al governo di intervenire subito.

Intanto sembra essere tornato tutto alla normalità al valico di Ponte San Ludovico, dopo la lunga corsa dei 140 migranti verso quel confine con la Francia sempre più invalicabile.

Normalità ma non serenità né tanto meno tranquillità in previsione della manifestazione di oggi dei No Borders. Perché secondo la polizia, che in serata ha perquisito proprio la sede degli attivisti di Camporosso (25 denunciati per i fatti di ieri, altrettanti fogli di via e tre espulsioni dal territorio nazionale), ci sono proprio gli antagonisti dietro alla fuga di venerdì lungo la scogliera dei Balzi rossi e in mare e lungo l’Aurelia fino a occupare la scogliera di Menton Garavan. Quei 140, che provenivano quasi tutti dal centro di temporanea assistenza della Croce rossa allestito al parco Roja, ora sono stati mandati nei centri di identificazione nel sud Italia, saranno identificati e espulsi. Mentre i francesi, che ieri sono stati i soli a sparare i lacrimogeni addosso ai migranti aggrappati agli scogli, finiscono di rastrellare i fuggitivi per riportarli tutti alla frontiera e respingerli, la polizia italiana si prepara alla manifestazione di oggi.

Non sarà facile, la tensione è alta. E fa sentire la sua voce il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano: «C’è una situazione contingente particolare e il centro di accoglienza del Parco Merci dev’essere l’unico punto di riferimento. Chi crea disagi a Ventimiglia non ci può stare - ha detto -. La manifestazione di domani è pretestuosa e non porta a alcun risultato. È ormai evidente che attività di questo genere vengono studiate ad hoc per creare disagio e disturbo». Alla pinetina dei Balzi Rossi ieri sera non c’era più nessuno, se si esclude un paio di pescatori abbarbicati agli scogli.

I francesi hanno rinforzato la barriera in entrata: police nationale, géndarmerie ma anche i corpi speciali in borghese con la pistola bene in vista. A Mentone, in commissariato, ci sono ancora 40 migranti e una manciata di No Borders che verranno espulsi a breve. I circa 600 profughi, quelli che non sono partiti per il sud e che sono tornati al campo gestito dalla Croce rossa aspettano la manifestazione di oggi vivendo il paradosso di una legge che prevede che una volta identificati debbano rimanere in quel Paese dove non vogliono rimanere e non permette loro di transitare da uno Stato che non vuole nemmeno essere terra di passaggio per altre e più accoglienti nazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA