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1/6 Ape

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    IL FOCUS

    Gli interventi annunciati sulle pensioni

    (Marka)
    (Marka)

    1/6 Ape

    La situazione
    L’anticipo pensionistico (Ape), come dice il nome, vuole garantire un accesso alla pensione per i lavoratori dipendenti prima di raggiungere i requisiti anagrafici previsti per la pensione di vecchiaia (attualmente oltre a 20 anni di contributi servono 66 anni e 7 mesi di età, ridotti di un anno per le donne del comparto privato). L’alternativa principale è la pensione anticipata, che si ottiene con 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne) indipendentemente dall’età, ma l’anticipo sull’età nei fatti si ottiene solo se si è iniziato a lavorare prima dei 24 anni (66-42) e non si hanno buchi contributivi.
    Inoltre i requisiti sono soggetti all’adeguamento alla speranza di vita, tant’è che quelli per la vecchiaia dal 2012 a oggi sono cresciuti di 7 mesi e, a legislazione invariata, nel 2021 non potranno essere inferiori a 67 anni per tutti.

    Gli effetti
    Il meccanismo introdotto dalla riforma del 2011 per garantire l’equilibrio del sistema da una parte ha determinato un imprevisto consistente aumento dell’età minima per molti lavoratori, dall’altra rischia di dare vita a una eterna rincorsa alla pensione, dato che l’asticella si sposterà automaticamente sempre più in là se la durata della vita media dovesse continuare a crescere. Questi effetti sono confermati dai dati sui flussi di pensionamento che testimoniano un generale rallentamento, salvo poi registrare delle accelerazioni non appena raggiugono i minimi richiesti quelle categorie di contribuenti rimasti penalizzati dalle nuove regole. La “fame” di anticipo si vede anche dal successo della “opzione donna”, nonostante la penalizzazione per il calcolo dell’assegno con il sistema contributivo

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