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Renzi: trovare più risorse per le pensioni

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Renzi: trovare più risorse per le pensioni

  • –Davide Colombo

ROMA

Sulle pensioni il Governo dovrà trovare maggiori risorse. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio e segretario del Pd, Matteo Renzi, intervenendo ieri alla Festa dell’Unità di Bosco Albergati, nel Modenese. «Quello delle pensioni è un tema sul quale bisogna lavorare perchè negli anni scorsi si è intervenuti con l’accetta» ha affermato il premier, aggiungendo subito dopo che «ci sono le pensioni minime troppo basse e uno scalino troppo grosso. Dovremo trovare delle risorse in più per le pensioni, e non, come dice qualche scienziato, togliere i soldi dalle pensioni. Dobbiamo portare aiuto a chi non ce la fa».

La dichiarazione fa presagire un intervento rafforzato proprio sulle pensioni basse, o con l’innalzamento della “no tax area”. Secondo i tecnici vicini al dossier sono due le ipotesi sul tavolo: rafforzare la “quattordicesima” a coloro che l’hanno già incassata (le pensioni fino a 750 euro al mese) o ampliare la platea comprendendo gli assegni fino a 1.250 euro (si passerebbe da 1,2 a 2,5 milioni di beneficiari). Due opzioni che, a loro volta, potrebbero essere archiviate se si scegliesse invece di estendere la “no tax area”, oggi riconosciuta fino a circa 8mila euro per gli over 75 e circa 7.500 per gli altri pensionati.

Solo questa operazione potrebbe costare fino a 900 milioni di euro, cui si devono aggiungere i 600 prenotati per l’Ape (l’anticipo pensionistico con prestito bancario assicurato) e le risorse per le altre misure: il bonus contributivo per i precoci (su cui per il momento non ci sono stime), l’allentamento dei requisiti per il riconoscimento dell’anticipo ai lavoratori impegnati in attività usuranti e la cancellazione degli oneri previsti per le ricongiunzioni di contributi versati in gestioni diverse (costo pari a circa 380 milioni a regime dal 2027 con una spesa annua non superiore ai 50 milioni su un flusso di uscita ipotizzato di 70-80mila lavoratori).

Complessivamente per il “pacchetto pensioni” finora si era ragionato su una dote minima di 1,5 miliardi, giudicata però insufficiente dai sindacati. Domenico Proietti, segretario confederale Uil che segue da vicino i tavoli di confronto – che riprenderanno a settembre – cui partecipa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha indicato la cifra “giusta” in 2,5 miliardi. Mentre ieri in un tweet la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso s’è detta pronta a continuare la vertenza se la dotazione per le pensioni non sarà rafforzata. Sulla stessa linea il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, secondo cui «se fosse confermato lo stanziamento di 1,5 miliardi per dare soluzione alle numerose vertenze previdenziali aperte nel paese, sarebbe sbagliato che, dopo il positivo lavoro fatto con il governo alla ricerca di una maggiore equità, le risorse a supporto delle soluzioni comunemente individuate risultassero uno stanziamento iniquo». Secondo Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, di miliardi ne servono invece due. Per Damiano il Governo sta andando nella giusta direzione con le proposte messe in campo: «Ci preoccupa invece – ha osservato – il fatto che non si senta più parlare della ottava salvaguardia degli esodati e di Opzione Donna, per le quali è prevista, rispettivamente, la conferenza dei servizi attualmente in corso e un monitoraggio a settembre».

A pesare sul tavolo del confronto sulle pensioni ieri sono arriivati anche i numeri della Fabi sui dipendenti bancari in esubero: 16.109 sono pronti ad uscire entro il 2020 in base agli accordi sindacali sugli ultimi piani industriali. Di questi 8.928 sono potenzialmente prepensionabili. Anche questo fronte richiederà dunque risorse per finanziare gli ammortizzatori sociali e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nell’intervista della settimana scorsa al Sole 24 Ore, ha in effetti confermato l’impegno in legge di Bilancio a riconoscere agevolazioni per i piani di ristrutturazione bancari che coinvolgano il personale dipendente.

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