Arriverà entro dicembre 2016 il piano della sindaca Virginia Raggi sugli impianti necessari per rimettere in carreggiata la disastrata macchina dei rifiuti romani. Un progetto «funzionale al programma del M5S verso l’obiettivo “rifiuti zero”», al quale seguirà a strettissimo giro la presentazione delle istanze autorizzative. Da subito, il comune chiede l’attivazione di un tavolo istituzionale regione-comune-prefettura e Anac per velocizzare quanto ritenuto indifferibile. E in generale si invoca un presidio permanente di personale Anac per vigilare su tutti gli atti. Già oggi l’assessora Paola Muraro sarà in regione per cominciare il lavoro. Forte della sintonia con il governatore dem Nicola Zingaretti almeno su un punto: il no netto a nuovi inceneritori.
Come anticipato ieri su queste pagine, la mappa dei nuovi impianti sarà infatti orientata su alcuni punti fermi cari ai Cinque Stelle: l’alt ai termovalorizzatori, il sì a nuovi impianti di compostaggio aerobici e a centri di riuso e riciclo per ridurre al minimo il conferimento in discarica. Allo studio varie ipotesi, tra cui quella caldeggiata da alcuni consiglieri pentastellati di realizzare mini-strutture in ogni municipio, con la scelta sull’area più adeguata da affidare ai cittadini. Massimo decentramento. Vale per i centri riciclo come per le isole ecologiche: 42 quelle già predisposte in passato da Ama. «Aree abbandonate», le ha definite Raggi, invase da rifiuti speciali, che si sta cominciando a pulire.
Bisognerà aspettare fine anno, quindi, per avere risposte alle domande poste ieri in Aula Giulio Cesare da Roberto Giachetti, il candidato Pd sconfitto da Raggi al ballottaggio: che fine farà l’iter per la costruzione dell’impianto di compostaggo Ama a Rocca Cencia? Ci sarà un impegno per l’inceneritore di Colleferro, che va tecnicamente aggiornato? Sarà necessaria una discarica di servizio in prossimità dei quattro impianti Tmb romani (due di Ama e due privati, ndr)?
Dovrà essere deciso anche il destino dell’impianto pubblico Tmb Salario: la volontà è chiuderlo, ma per farlo bisogna appunto individuare strutture alternative. Certo è che a breve arriverà sia per Salario sia per Rocca Cencia, «al collasso», «una manutenzione straordinaria». Per consentirla, si vaglierà con la regione la capienza di tutti gli impianti del Lazio. Obiettivo: capire quali possono accogliere il surplus di rifiuti indifferenziati prodotti dai romani. È questa una delle undici mosse annunciate da Raggi per i prossimi mesi. Che va letta in tandem con altre due: l’ampliamento della platea dei siti finali per recupero e smaltimento per avere alternative in caso di guasti o malfunzionamenti dei Tmb e la richiesta ad Acea di garantire «priorità di conferimento» rispetto a terzi negli impianti della multiutility dell’energia e dell’acqua già attivi (S. Vittore e Aprilia- Orvieto-Terni). «Acea per il 51% è di Roma Capitale», ha ricordato Raggi. Il confronto col management è aperto e affidato alla regia dell’assessore a Bilancio e partecipate Marcello Minenna.
È poi previsto un aumento delle risorse per aumentare il livello del servizio. Qui la sindaca ha citato la riorganizzazione del personale Ama, sempre nel quadro del complessivo riordino delle partecipate: «Potremo chiedere anche ad altre persone di supportare le attività di Ama». Gli altri interventi prioritari sono il «mantenimento strutturale del servizio messo in campo negli ultimi giorni» per la pulizia, la ripresa immediata del servizio ritiro ingombranti e della raccolta stradale carta-cartone («cessati inopinatamente», ha detto Raggi) e l’attivazione del servizio raccolta da utenze commerciali di carta, cartone, organico e plastica, tendendo verso la tariffa a punti: meno inquini, meno paghi. Oltre all’apertura delle isole ecologiche in orari «confacenti ai cittadini».
Quanto alla differenziata, Raggi si è rifiutata di indicare un obiettivo. Ha tenuto a sottolineare che la commissione di controllo dei dati Ama è scaduta il 31 marzo 2013. Dunque le percentuali vicine al 40% indicate dall’ex presidente Daniele Fortini sono tutte da verificare. La commissione sarà riattivata, sarà avviato un audit interno per capire quanto si sta differenziando. Soltanto dopo si tireranno le somme. Il “rifiuti zero”, al momento, è un target lontanissimo.
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