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Infrastrutture, «cura del ferro» da 12,6 miliardi

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Infrastrutture, «cura del ferro» da 12,6 miliardi

  • –Alessandro Arona

Una «cura del ferro» da 12,6 miliardi di euro, fatta da tratte ad alta capacità ferroviaria ma anche linee regionali, metropolitane, sicurezza nelle linee in concessione, upgrading delle linee esistenti, a cui si aggiunge un miliardo per l’acquisto di treni e autobus del Tpl (trasporto pubblico locale).

Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, fa il punto sulle decisioni del Cipe del 10 agosto. «È stata una grande giornata per gli investimenti italiani - ha detto Delrio - è evidente l’impegno di Renzi e del governo a dare più spinta agli investimenti pubblici».

Il ministro ha sottolineato due aspetti in particolare: «Finalmente si è decisa l’attribuzione dei fondi Fsc 2014-20 alle macroaree tematiche». Il Cipe ha ripartito i 28 miliardi di euro residui, 13,4 miliardi per i Patti regionali per il Sud e 15 per i progetti nazionali, con risorse spendibili dal 2017 al 2023; una operazione che in base alla legge di Stabilità 2015 il Cipe avrebbe dovuto fare già ad aprile dello scorso anno. «Si tratta - spiega Delrio - di progetti concreti, concordati con le Regioni. In passato si sono disperse le risorse di coesione di migliaia di progetti locali, ora nei Patti per il Sud abbiamo fissato le priorità e i progetti più cantierabili».

L’altro punto sottolineato da Delrio è il via libera all’Addendum 2016 di Rfi, finanziato per 8,9 miliardi di euro con l’ultima legge di Stabilità. «Finalmente - ha detto il ministro - dovremmo riuscire ad arrivare all’approvazione finale dell’aggiornamento del contratto per le opere ferroviarie di Fs nello stesso anno in cui ci sono i fondi, e non uno o due anni dopo come sempre finora».

Nel programma Rfi - ha spiegato - ci sono sia nuovi lotti costruttivi delle linee ad alta capacità (in tutto 5,3 miliardi): 1,6 miliardi al Terzo Valico di Genova, 1,2 pe il Brennero, 1,7 miliardi per i progetti al Sud (Napoli-Bari e Catania-Palermo), ma anche interventi per la sicurezza (648 milioni), la tecnologia (344), l’upgrading (ammodernamento) delle linee esistenti (991), lo sviluppo delle linee regionali (1.019 milioni).

Delrio ha poi spiegato le singole voci all’interno degli 11,4 miliardi assegnati alle infrastrutture nella ripartizione Fsc (sui 15 miliardi totali). La parte ferroviaria (su 11,4 miliardi) vale 3,75 miliardi: 2,1 miliardi sulle ferrovie (corridoi, connessioni, upgrading, velocizzazioni), in prevalenza regionali, 1,35 miliardi per le metropolitane, 300 milioni per la sicurezza sulle ferrovie regionali connesse alla rete nazionale.

«La cura del ferro è notevolissima - sottolinea Delrio - 12,6 miliardi sommando queste risorse e l’Addendum Rfi (8,9 mld)». Le altre voci della quota Fsc del Mit sono: strade 6 miliardi, sicurezza dighe 300 milioni, rinovo mezzi Tpl (bus e treni) un miliardo. «Potrà così partire la rolling stock company», ha detto Delrio, la società pubblica allo studio, partcipata da Cassa Depositi, per acquistare i mezzi e poi darli in leasing alle società locali del Tpl.

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