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L’addio a Ettore Bernabei, i funerali a Roma

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ultimo saluto allo storico direttore della rai

L’addio a Ettore Bernabei, i funerali a Roma

(Ansa)
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«Grazie nonno, perché ci hai dato gli strumenti per capire il mondo. Perché mentre ci raccontavi l'importanza dei tuoi maestri, diventavi tu uno dei nostri.
Perché ci hai aiutato a seguire con passione i nostri sogni e alla nostra generazione questo serve, il coraggio». È forse nelle parole dei nipoti che portano la bara e poi uno dopo l'altro si avvicendano a raccontare “il nonno”, che si riassume il lascito a più di una generazione di italiani di Ettore Bernabei, storico direttore generale della Rai dal '61 al '74, prima ancora alla guida del Popolo e poi produttore con la Lux Vide, scomparso il 14 agosto a 95 anni, i cui funerali si sono tenuti oggi nella chiesa di Sant'Eugenio a Roma.

Una messa cantata, con il Coro di San Giovanni in Laterano a eseguire lo Shemà Israel e quattro parroci, Mariano Fazio, Nicola Zenoni, Carlos Nannei e Marco Frisina (autore delle musiche della Bibbia televisiva) a celebrare l'amico e il
fedele. «Perché babbo era così - racconta il figlio Giovanni - Ovunque si trovasse, campagna, Roma, Firenze, aveva il suo parroco di riferimento. E se non c'era, come sul set degli episodi della Bibbia, se lo portava dietro».

Davanti all'altare, una bara semplicissima, circondata da rose e anthurium bianchi, con il gonfalone della sua Firenze e la corona di fiori rossi dal presidente e cda della Rai. In prima fila i sette figli (Paola è scomparsa qualche anno fa) e i tantissimi nipoti, quasi simbolo di quell'Italia che Bernabei aiutò a crescere. «Prima di lui la Rai doveva ancora nascere - racconta Sergio Zavoli - Era
un'Italia massacrata dalla guerra, ma con lui si è avuta la sensazione che ricominciasse a vivere un paese, un popolo, una nazione. Ha pensato ad aiutare i deboli, i più attardati. Cattolico, ma laico sul lavoro, si infatuava quando capiva che poteva fare qualcosa per riunire il paese. Voleva dargli un'identità nazionale. E ci ha rimesso tutti insieme. Il pluralismo lo ha inventato lui in televisione». «Per la Rai - ha aggiunto Giovanni Minoli, marito della figlia Matilde - è stato
tutto: l'alfa e l'omega del servizio pubblico. Poi le eredità, si possono far fruttare o meno».


Assenti i vertici di Viale Mazzini, in loro rappresentanza, tra i banchi, il consigliere Paolo Messa e Guido Rossi, capostaff del Dg. Ma ecco anche il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta, l'ex Dg Rai Lorenza Lei, Carlo Nardello (che ha da poco lasciato Viale Mazzini), l'ex Governatore della Banca
d'Italia Antonio Fazio, Maria Pia Fanfani, Giuliano Ferrara, Myrta Merlino, Simone Montedoro dal cast di Don Matteo, l'assessore allo Sviluppo economico del Comune di Firenze Giovanni Bettarini. E i compagni di viaggio, dallo storico
direttore dell'Ansa Sergio Lepri a Gianni Bisiach.

Bernabei sarà sepolto a Castel Madama, alle porte di Roma.

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