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Raggi «stringe» su rifiuti e caso stipendi

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Raggi «stringe» su rifiuti e caso stipendi

Arriva da Voghera il nuovo direttore generale Ama, la municipalizzata che si occupa dei rifiuti nella capitale: oggi la giunta straordinaria, presente la sindaca Virginia Raggi, nominerà ad interim l’ingegnere StefFano Bina, finora manager dell’Asm vogherese, la Spa a totale partecipazione pubblica che gestisce elettricità, gas, nettezza urbana e trasporti nel comune lombardo. E sarà inevitabile affrontare il nodo dei maxicompensi che hanno agitato le acque del Campidoglio negli ultimi giorni: non arriverà per ora la marcia indietro sollecitata dai vertici del M5S (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) sullo stipendio triplicato da 40mila a circa 110mila euro dell’attivista grillino Salvatore Romeo, il funzionario del comune nominato capo segreteria della sindaca Virginia Raggi. Ma si studiano ritocchi al ribasso, anche per far rientrare le retribuzioni contestate nei limiti imposti dal Tuel, il testo unico degli enti locali, e difendersi dagli esposti alla Corte dei conti già annunciati da Fratelli d’Italia.

I malumori per le ultime nomine decise da Raggi continuano. «Tradiscono lo spirito del Movimento», è il commento più diffuso tra i big del M5s. Che si aspettano anche un dietrofront su Raffaele Marra, in passato collaboratore di Gianni Alemanno e vicinissimo al vicesindaco Daniele Frongia, ancora al suo posto di vice capo di gabinetto, nonostante la promessa di Raggi di destinarlo ad altro incarico. Serpeggia l’imbarazzo pure tra molti consiglieri pentastellati. Dal Pd partono gli attacchi. «I grillini hanno impostato e vinto campagne elettorali sul tema del contenimento degli stipendi», dice Roberto Giachetti. «I romani cosa li hanno votati a fare?». Il senatore dem Stefano Esposito rincara: «Rifiuti, super stipendi, faide tra correnti, amici di Alemanno che comandano. Il contrario delle promesse elettorali #bugiea5s».

In attesa di sciogliere i nodi, l’esecutivo capitolino stringe sul dossier rifiuti. Con l’incarico a Bina - temporaneo, fino all’esito della selezione che consegnerà il nome definitivo all’inizio del 2017 - si completa il puzzle della nuova governance di Ama. Il manager, classe 1963, sarebbe stato segnalato al M5S (con vaglio da parte della Casaleggio Associati) dalla presidente Asm Barbara Piermarioli, commercialista parmigiana ritenuta vicina ai Cinque Stelle e indagata per abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta su assunzioni irregolari quando era amministratrice della holding Stt a Parma.

Con il “salto” non facile da Voghera a Roma, Bina affiancherà l’amministratore unico di Ama Alessandro Solidoro, commercialista esperto di ristrutturazioni aziendali, nel delicato compito di tradurre in realtà il piano “rifiuti zero” annunciato da Raggi. Risanamento e innovazione: questo il binomio che il management è chiamato a realizzare con il nuovo piano industriale. Ama ha sì chiuso gli ultimi due esercizi in utile (+278mila euro nel 2014 e +893mila euro nel 2015) ma è gravata da «oltre 600 milioni di debiti», come ha ricordato Raggi, e «va riorganizzata», a partire dalle modalità di utilizzo dei 7.800 dipendenti.

Allo stesso tempo, sarà il servizio a subire un restyling, secondo le linee guida condivise con l’assessora all’Ambiente Paola Muraro: priorità alle azioni per evitare emergenze nei prossimi sei mesi (la verifica degli impianti laziali e di quelli di Acea per controllare quali potrebbero ricevere i rifiuti romani si è già scontrata con la levata di scudi di molti enti locali), ma in parallelo messa a punto del piano impianti entro dicembre e sprint a isole ecologiche, raccolta differenziata, riuso e riciclo. Con l’obiettivo finale di rendere il conferimento in discarica del tutto residuale. Per una città che gestisce in proprio appena il 36% dell’immondizia sarebbe una rivoluzione.

Il programma è però lastricato di ostacoli: l’individuazione delle aree in cui realizzare i nuovi impianti (uno per municipio, è la speranza dei pentastellati); la sinergia con Acea, voluta dall’assessore a Bilancio e partecipate Marcello Minenna, ma tutta da costruire; il rebus sulle mosse della procura di Roma che indaga sul ciclo dei rifiuti romani e che potrebbe decidere di inviare un avviso di garanzia a Muraro, che di Ama è stata consulente per 12 anni. Sono in molti, in casa Cinque Stelle, a sostenere che se fosse indagata l’assessora - che il 5 settembre sarà audita in commissione ecomafie - dovrebbe lasciare. Per ora la fiducia è confermata, ma si naviga a vista e si procede a tappe. La prima è quella del 20 agosto, data entro la quale la giunta aveva promesso “Roma pulita”. Ieri Muraro ha elencato gli interventi effettuati finora grazie al potenziamento di uomini e mezzi. «Continueremo a ripulire Roma per restituire ai cittadini il piacere di vivere in un ambiente più sano e decoroso», ha assicurato Muraro. Una partita su cui, insieme a quella dei trasporti, si gioca la credibilità del M5S a Roma. E la scalata dei Cinque Stelle verso il governo nazionale.

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