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Bimba rapita a Ragusa, Legnini: «Chiesta informativa a…

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il vicepresidente csm: «basta processi mediatici»

Bimba rapita a Ragusa, Legnini: «Chiesta informativa a procuratore, valuteremo»

«Ho chiesto al procuratore di Ragusa» Carmelo Pietralia «un'informativa» dopo la decisione della procura di non convalidare l'arresto dell'indiano di 43 anni senza fissa dimora accusato di aver tentato di rapire una bambina sulla spiaggia di Scoglitti, nel ragusano. Lo ha detto il vicepresidente del Csm, Giovanni Legni, a amargine del Meeting di Cl a Rimini, sottolineando che «valuteremo il contenuto» dell'informativa «e ci orienteremo conseguentemente». Lo ha detto il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, a margine del Meeting di Cl.

Il colloquio con il procuratore
«Ieri ho colloquiato con il procuratore di Ragusa - ha spiegato ancora Legnini - il quale mi ha assicurato che la procura si è mossa all'interno del perimetro delle disposizioni normative, cioè assumendo un provvedimento legittimo». Quindi «ho chiesto al procuratore di darci un'informativa: valuteremo il suo contenuto e ci orienteremo conseguentemente».
«Il ministro Orlando - ha aggiunto il vicepresidente del Csm - ha esercitato una sua prerogativa, quella di disporre un'ispezione. Anche lì conosceremo l'esito di questa ispezione. Se per casi come quelli non vi è l'obbligo di disporre la custodia cautelare, il problema è nella legge, non nell'applicazione della legge vigente».


«Superare stagione dei processi mediatici»
Sui rapporti tra media e giustizia «credo - ha detto Legnini - che la funzione e la responsabilità dell'informazione sia cruciale. Bisogna superare la stagione della spettacolarizzazione dei processi, dei processi mediatici». E secondo il vicepresidente è necessario «che si possa garantire di più e meglio
l'informazione sulla vita degli uffici giudiziari e sul contenuto delle decisioni giudiziarie e sulle attività e il funzionamento del Governo e della magistratura».

«Il Csm sta autoriformandosi»
«Tutto cambia, la magistratura non può rimanere ferma» ha continuato Legnini, spiegando che «il Csm che io rappresento sta dando il suo contributo autoriformandosi, introducendo criteri di maggiore leggibilità, trasparenza delle proprie decisioni, assumendosi il carico di dare il proprio contributo al percorso di riforme in materia di giustizia e di organizzazione di una giustizia efficiente: insomma siamo in cammino». Il vicepresidente ha poi sottolineato che «nella nostra Costituzione vige la libertà di associazione: la magistratura italiana, non da oggi, si è associata in movimenti e correnti, questo diritto è sacrosanto, nessuno può sopprimerlo». E ha messo l'accento sullo «sforzo straordinario» che il Csm sta conducendo per «un ricambio molto esteso ai vertici degli uffici giudiziari italiani: in meno di due anni abbiamo fatto 438 nomine, ridisegnando una parte non secondaria dei vertici della magistratura italiana».

«Con politica passare a fase legittimazione»
Legnini ha quindi sottolineato che «non basta un abbassamento della temperatura del conflitto tra politica e magistratura: bisogna andare oltre, è il momento di produrre un cambiamento, bisogna passare da una fase di delegittimazione reciproca, che nei passati 25 anni si è reciprocamente manifestata, alla fase della legittimazione reciproca». Secondo il vicepresidente del Csm «di fronte alle sfide che il sistema di giustizia e l'intero Paese hanno, occorre che tutti i poteri siano forti per stare in equilibrio». E «per essere forti - ha concluso - devono essere l'un l'altro pienamente legittimati».

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