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Colpita al cuore Amatrice, la città dei cuochi dei Papi

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uno dei comuni INTeRESSATI dal sisma

Colpita al cuore Amatrice, la città dei cuochi dei Papi

«Sul corso di Amatrice ha retto solo il campanile, spero sia un segno di buon auspicio». Lo ha detto il sindaco, Sergio Pirozzi, riferendo lo stato della città dopo il terremoto di questa notte.
Gli edifici più vecchi nel centro storico sono crollati praticamente tutti, ma fra le macerie si erge ancora l'antico campanile della Torre Civica, risalente al XIII secolo, simbolo di Amatrice. «Spero che significhi che la città non sia destinata a morire ma che potrà risollevarsi e rinascere» conclude Pirozzi.

La piccola cittadina del Lazio conta 2.600 abitanti in inverno. In estate la popolazione si raddoppia poiché è una delle mete turistiche della regione, preferita dai romani, in molti infatti hanno ad Amatrice la seconda casa.

Si trova al centro di una conca verdeggiante, incastonata in un'area al confine di ben 4 regioni: Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, in una zona strategica di passaggio tra versante adriatico e quello tirrenico, nell'alto bacino idrografico del fiume Tronto.

II suo territorio si articola in un altopiano centrale con un'altitudine compresa tra i 900 e i 1000 metri, ospitante il lago di Scandarello, un bacino artificiale ottenuto mediante lo sbarramento del rio Scandarello nel 1924, e circondato da rilievi che sul lato orientale superano i 2400 metri, in corrispondenza della dorsale principale dei Monti della Laga.

Dal 1991 il territorio amatriciano è incluso nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga cui la cittadina dedica un piccolo parco turistico.

Ma Amatrice è famosa per il sugo all'amatriciana, che ha reso impropriamente celebre la cucina romana nel mondo. Originariamente il sugo veniva preparato dai pastori con gli ingredienti a loro disposizione sulle montagne quando seguivano al pascolo le loro greggi. La diffusione della ricetta su scala nazionale si ebbe nell'Ottocento quando molti amatriciani emigrarono a Roma a causa della crisi della pastorizia e trovarono occupazione nel campo della ristorazione facendo conoscere il piatto tipico dei loro avi: l'”amatriciana”.

Alla conoscenza su scala nazionale dell'”amatriciana” contribuì anche l'attore Aldo Fabrizi che ne parlò spesso durante le sue trasmissioni radiofoniche e televisive. Amatrice tuttavia deve la sua gloria gastronomica ad una tradizione antica; tanto profonda era questa tradizione, che Amatrice divenne la città dei cuochi dei Papi.

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