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Due ruote, la prima intesa Raggi-governo

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Due ruote, la prima intesa Raggi-governo

  • –Massimo Frontera

ROma

Riforma della governance delle partecipate, 300mila euro sbloccati per partecipare al bando periferie del governo (che vale 500 milioni), ritocchi ai compensi dello staff e chiusura delle nomine della comunicazione. Giornata campale, domani, per la giunta romana a Cinque Stelle di Virginia Raggi. Che firmerà anche il primo accordo ufficiale tra comune ed esecutivo: quello con il ministro dei Trasporti Graziano Delrio sul grande raccordo anulare ciclopedonale.

Il via libera al pacchetto partecipate - primo tassello di un riordino complessivo che passerà anche da un piano di dismissione delle aziende non funzionali e da sinergie sempre più strette tra le altre per realizzare economie di scala - sarebbe dovuto arrivare già oggi, ma la riunione è stata rinviata a domani proprio per le ultime necessarie limature al dossier periferie, nelle mani dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini: il bando scade il 30 agosto. Ed è stata corsa contro il tempo sia per redigere i progetti sia per reperire i fondi necessari per partecipare, recuperati sempre grazie all’operazione di pulizia del bilancio che aveva già permesso di “liberare” 18 milioni per Atac.

Per le partecipate, anticipando e andando oltre il Testo unico prossimo a entrare in vigore, la delibera semplifica al massimo i vertici: niente più Cda, spazio all’amministratore unico che, nelle società più complesse, sarà affiancato da un direttore generale con funzioni tecnico-operative. Modello Ama e Atac. Alla riforma della governance delle circa trenta società - esclusa Acea, quotata in Borsa - ha lavorato l’assessore a Bilancio, patrimonio e partecipate Marcello Minenna, in tandem con la capo di gabinetto di Raggi , Carla Romana Raineri, magistrata esperta di diritto societario. Che il restyling stia a cuore alla sindaca lo dimostra il tweet di ieri, con tanto di foto: «Al lavoro con l’assessore MarcelloMinenna sulle partecipate. Riorganizzazione, risparmi e nuovi servizi».

Il provvedimento sarà applicato subito nelle tre società i cui management sono in scadenza: Æqua Roma, Roma Metropolitane (in fortissime difficoltà economiche) e Roma Servizi per la Mobilità. Seguiranno a stretto giro per motivi strategici Risorse per Roma e Zètema. Per tutte arriverà un solo amministratore al posto dell’attuale Cda composto da presidente e due consiglieri (questi ultimi, va precisato, spesso già non percepiscono compensi). Chiara la filosofia: abbattere i costi e velocizzare le procedure. Secondo le stime di Minenna, dopo un anno di riforma a regime soltanto per le prime cinque aziende si produrrebbero risparmi complessivi per 400mila euro. La delibera impone alle partecipate di modificare gli statuti per recepire le nuove regole. E disegna tre strade per nominare i nuovi vertici. In via ordinaria, le procedure possono essere due: l’affidamento del compito a una società esterna di cacciatori di teste oppure una selezione interna alla municipalizzata interessata. Si prevede in aggiunta una procedura d’urgenza (in caso di dimissioni improvvise, ad esempio) per individuare una figura che resta in carica fino alla chiusura dell’esercizio.

È questo il percorso già applicato per il nuovo direttore generale di Ama, Stefano Bina, che resterà in carica fino al 31 dicembre e che ieri si è insediato con la formalizzazione della nomina da parte dell’amministratore unico Alessandro Solidoro. Confermando l’obiettivo a lungo raggio del “rifiuti zero” promesso dalla sindaca e quello a breve per scongiurare una nuova crisi dei rifiuti a settembre. Bina avocherà a sé quattro funzioni che finora erano attribuite ad altrettanti dirigenti: la direzione industriale e i tre servizi sottostanti (recupero risorse rifiuti, controllo operativo comunicazione e customer care, impianti e logistica dei flussi).

Infine, sempre domani, Raggi firmerà con Delrio il protocollo d’intesa per realizzare il Grab, il grande raccordo anulare ciclopedonale, una delle 4 ciclovie d’interesse nazionale. Il documento impegna la città metropolitana al rispetto di precise scadenze per provvedere prima al progetto e poi alla realizzazione dell’opera. Il Governo ha già stanziato 91 milioni per contribuire alla realizzazione delle 4 ciclovie nazionali, e finora ha siglato gli accordi con le regioni interessate alla realizzazione della Venezia-Torino, la ciclabile del Sole e quella dell’acquedotto pugliese. Restava fuori solo la Capitale. Ora il cerchio si chiude e parte il cronoprogramma. La nuova ciclovia di Roma sarà un anello lungo 44 chilometri il cui tracciato sfrutta al meglio elementi di viabilità esistente, scelti in modo da contenere i costi della realizzazione, stimati in un ordine che oscilla tra i quattro e i sei milioni .

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