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Il sismologo: zona da sempre a rischio terremoto per lo «stiramento» dell’Appennino

  • –di .Ma

Il terremoto che ha colpito la zona compresa fra Lazio, Umbria e Marche è avvenuto in una zona «ad alta sismicità», nella quale storicamente si sono verificate forti scosse, ha detto il sismologo Alessandro Amato,
dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il forte terremoto più recente, di magnitudo 5.9, ha colpito Norcia nel 1979, altri forti terremoti sono avvenuti fra Seiento e Settecento. Il più violento, di magnitudo stimata 7, colpì Norcia e Cascia nel gennaio 1703.

LE SCOSSE DI TERREMOTO REGISTRATE NELLA NOTTE NEL CENTRO ITALIA
Aggiornamento 24 agosto 2016, ore 7.00 (Fonte: INGVterremoti)

Il processo di “allungamento” dell’Appennino
È lo “stiramento” dell'Appennino, ossia il processo di estensione da Est a Ovest, il meccanismo all’origine del del sisma di oggi e che ha finora provocato oltre 40 scosse in una zona di circa 30 chilometri compresa fra Lazio, Marche e Umbria.

«Il tipo di movimento osservato dai dati sismici indica una faglia estensionale, simile a quella all'origine dei terremoti più recenti e vicini, ossia quello de L'Aquila del 2006 e quello di Colfiorito del 1997», spiega Amato. «Anche quei terremoti - ha aggiunto - erano stati superficiali, avvenuti come questo alla profondità compresa fra otto e dieci chilometri, cosa che spiega i forti scuotimenti».

I precedenti negli ultimi decenni
Il terremoto verificatosi stanotte con epicentro nel reatino, di magnitudo 6, è stato forte quasi quanto quello, di magnitudo 6.2, che il 6 aprile 2009 distrusse
L’Aquila. Degli altri recenti grandi terremoti in Italia, quello del 1976 in Friuli è stato di magnitudo 6.2, quello dell’Irpinia (1980) di magnitudo 6.8, quello di Umbria e Marche (1997) di magnitudo 5.6, quello della pianura padana modenese (2012) di magnitudo 5.9.

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