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Tra le macerie di Amatrice, città fantasma: le grida dei feriti e…

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i soccorsi dopo il sisma

Tra le macerie di Amatrice, città fantasma: le grida dei feriti e il dramma dei dispersi

Foto Ap
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AMATRICE - Si arriva dopo ore, interdetta la Salaria, si deve prendere l'autostrada per l'Aquila e poi dopo una quarantina di chilometri si entra nell'incubo. Il centro storico è distrutto, crollata parte della chiesa, i sopravvissuti seduti per strada che piangono, ancora in pigiama, sporchi di sangue. Girano come spettri per la cittadina e si raccontano di chi è ancora sotto, di chi non ce l'ha fatta. La cittadina famosa per la pasta all'amatriciana era piena di turisti che provengono per la maggior parte da Roma, magari oriundi che tornano al paese d'estate: 2700 gli abitanti del piccolo centro durante l’inverno, circa 40mila in questa vigilia della festa che aveva attirato turisti e emigrati, desiderosi di partecipare al cinquantesimo anniversario della Saga degli spaghetti alla matriciana «Questo è un anniversario brutto», ha detto a caldo ai nostri microfoni Sergio Pirozzi, sindaco della cittadina.

«Il botto è stato terribile, mentre un attimo prima c'era il silenzio assoluto», ci racconta una signora mentre vorrebbe tornare nella casa distrutta in via Roma a prendere le chiavi dell'auto, impossibile al momento. Un volontario Federico, studente all'Aquila, è partito stanotte per prestare soccorso. La difficoltà maggiore è quella di raggiungere le 69 frazioni della conca amatriciana. Ieri sera quando c'era la festa dei borghi con i prodotti tipici locali, tra cui i famosi bucatini.

«Aiuto!» grida un bambino da sotto le macerie
Si scava con le ruspe ma anche con le mani nude: alle 16, 12 ore si sente un grido provenire da sotto le macerie del centro storico del paesino: «Aiuto!» È la voce di un bambino che richiama l’attenzione dei soccorritori. Scene come questa che si sono ripetute più volte nel corso di questa giornata. La Protezione Civile e la Croce Rossa allestiscono il campo per 500 persone, mentre le vittime vengono portate su un prato vicino alla chiesa. Si prepara una notte terribile perché il numero delle vittime è destinato a salire tragicamente spiega il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, mentre il borgo antico di Amatrice non esiste più e si teme una tragedia di proporzioni anche superiori a quella dell'Aquila.


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