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Partecipate Roma, slitta la delibera

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Partecipate Roma, slitta la delibera

  • –Manuela Perrone

ROMA

A un passo dall’approvazione in giunta, slitta – ufficialmente per «approfondimenti tecnici» – il primo tassello della riforma delle circa 30 partecipate di Roma Capitale: la delibera sulla nuova governance, che dovrebbe segnare l’addio ai Cda e il passaggio all’amministratore unico, affiancato dove serve dal direttore generale con funzioni tecnico-operative, modello Atac e Ama. L’assessore a Bilancio, patrimonio e partecipate Marcello Minenna – che ha lavorato al provvedimento con la magistrata esperta di diritto societario Carla Romana Raineri, capo di gabinetto della sindaca Virginia Raggi – assicura che il rinvio è dovuto solo alle emergenze e a limature dell’ultim’ora, ne difende l’impostazione e illustra il suo piano: prima ridisegnare la fisionomia dei vertici, poi, dopo la ricognizione già in corso dei piani industriali e dei processi produttivi,avviare accorpamenti, sinergie e dismissioni «procedendo per aree funzionali: trasporti, rifiuti, incassi e cultura». Un esempio per tutti: riassest are Aequa Roma per affidarle – in un futuro senza Equitalia – la riscossione dei tributi in house, cavallo di battaglia dei Cinque Stelle.

Minenna spiega che la riforma della governance serve a «semplificare e rendere efficiente l’operatività delle nostre partecipate», attuando il Testo Unico prossimo a entrare in vigore. Con un risparmio stimato in 400mila euro per le prime cinque società interessate: Aequa Roma, Roma Metrolitane e Roma Servizi per la mobilità, seguite a stretto giro da Risorse per Roma e Zètema. Diventerà più semplice, sostiene l’assessore, il filo diretto tra regia politica e attuazione pratica: «Il nostro desiderio è arrivare nel caso di Ama a rifiuti zero, nel caso di Atac a erogare più servizi per la viabilità, nel caso di Aequa Roma a efficientare le entrate». Uscendo dalla logica dell’emergenza. Una volta andata in porto questa riforma, la parola d’ordine sarà “sinergie”. Vale per Ama e Acea sui rifiuti, come per le società che si occupano di incassi e contenzioso, dove abbondano soggetti e passaggi: «Ho avviato una ricognizione su tutti i dipartimenti, Campidoglio e società per tipologia ed età di tutti i crediti. Dobbiamo recuperare soldi da spendere». Di cash il comune ha bisogno. Se l’operazione di pulizia del bilancio grazie alla quale sono stati recuperati i primi 18 milioni per Atac procede, per Minenna bisogna attivare altri canali: «Roma Capitale non è un bancomat. Le banche devono scommettere sulla nostra capacità di produrre un processo industriale efficiente e che genera utile». Infine, sull’annosa questione del debito monstre da 13 miliardi, si rivolge alla gestione commissariale: «Ha appena pubblicato un bando da circa 3 milioni di euro per lo svolgimento dei propri servizi amministrativi e finanziari. Siamo disponibili a svolgere tutti i supporti del caso con le nostre competenze, anche per evitare un outsourcing che può ridurre le risorse finanziarie disponibili per la città».

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