Italia

Un sisma poco profondo e più distruttivo

  • Abbonati
  • Accedi
le analisi

Un sisma poco profondo e più distruttivo

Di nuovo una serie di eventi sismici disastrosi ha colpito la nostra Penisola in quella stessa regione centrale degli Appennini dove già sette anni fa si abbattè il terremoto che distrusse L’Aquila.

È la stessa regione dove documenti storici ci testimoniano di numerosi episodi di intensa sismicità anche nel passato, ad esempio nel diciassettesimo secolo. L’epicentro del terremoto più distruttivo tra quelli della notte del 24 agosto, con magnitudo di circa 6.0 della scala Richter, è stato localizzato nel villaggio di Accumuli, non lontano da Amatrice. L’ipocentro (o sorgente) di questo evento si calcola fosse non più profondo di 10 Km, cioè relativamente vicino
alla superficie.

Ricordiamo che i terremoti con origine poco profonda tendono ad avere effetti maggiori in superficie, ad essere quindi i più distruttivi. I primi dati registrati dalla serie di sismi di queste ultime ore ci suggeriscono che i movimenti della crosta terrestre legati a questi eventi avvengono in un sistema lungo oltre 20 Km di faglie orientate circa NNW-SSE, cioè parallele alla catena Appenninica.

Il movimento lungo queste faglie sembra essere distensivo, sembra cioè testimoniare un’estensione della crosta terrestre in direzione perpendicolare all’asse della catena Appenninica. Sembra insomma che le caratteristiche e le cause dei terremoti appenninici delle ultime ore siano molto simili a quelle degli eventi culminati nella tragica distruzione dell’Aquila nel 2009.

Siamo tutti consapevoli della complessa storia geologica della nostra Penisola, che ha portato con sé una forte e frequente attività sismica, movimenti verticali ed orizzontali di blocchi di crosta terrestre, formazione di catene montuose, erosione e vulcanesimo intenso. Questa complessità deriva dal fatto che la nostra Penisola si è trovata sin dall’inizio della sua storia, svariati milioni di anni fa, al confine tra grossi blocchi o zolle di litosfera terrestre, la zolla Euroasiatica e quella Africana, con in più il relitto di un’antica litosfera oceanica. Queste diverse zolle, spinte da movimenti del mantello terrestre sottostante, nel tempo si scontrano o si allontanano l’una dall’altra. I terremoti sono causati da questi movimenti. I terremoti hanno accompagnato l’evoluzione del nostro Pianeta ed anche l’evoluzione degli esseri viventi che
lo popolano. Ci accompagneranno anche nel nostro futuro. Dovremo imparare a difenderci sempre più dai loro effetti distruttivi, e ad evitare le tragedie avvenute in queste ultime ore.

© Riproduzione riservata