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Subito 50 milioni all’emergenza, stop alle tasse

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Subito 50 milioni all’emergenza, stop alle tasse

  • –Emilia Patta

Roma

Prima di tutto, ancora, l’emozione profonda e il dolore per le vittime. Mentre il triste conteggio arriva per ora a 250 persone morte. Poi l’orgoglio per la reazione immediata e solidale degli italiani, dei tanti volontari, della Protezione civile, dei Vigili del fuoco. Infine la ricostruzione. Un progetto che va oltre l’obiettivo di ridare vita agli antichi borghi cancellati dal terremoto della scorsa notte, a cominciare da Amatrice, e che si allarga alla sfida della prevenzione e della messa in sicurezza del territorio e del patrimonio immobiliare del nostro Paese: il progetto «Casa Italia», lo battezza subito Mattei Renzi.

«Quello di oggi è stato un Consiglio dei ministri triste per un conto umano devastante, ma c’è anche da valorizzare l’Italia che non si arrende, che mostra le sue facce più belle e i suoi volti più straordinari, che mostra le persone più appassionate e coraggiose capaci di restituire vita a 215 persone estratte dalle macerie. Un numero anche questo che fa impressione, il numero più alto nella storia degli ultimi terremoti che hanno colpito l’Italia. Segno che gli interventi sono stati tempestivi », dice il premier al termine della riunione di governo che ha dichiarato lo stato di emergenza nelle zone colpite dal sisma e ha stanziato i primi 50 milioni per la gestione dell’urgenza tramite la Protezione civile (i 50 milioni fanno parte dei 234 milioni del Fondo per le emergenze nazionali). E dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, conferma Renzi, il Mef stabilirà lo stop agli obblighi fiscali e contributivi per le popolazioni colpite. «Sulla gestione dell’emergenza siamo i più bravi al mondo, ma non basta. L’Italia deve avere una visione che non è solo emergenziale, è il momento in cui l’Italia tutta insieme deve provare a fare il salto di qualità che occorre per affermare la cultura della prevenzione».

Da qui il progetto «Casa Italia», ancora da riempire di contenuti tecnici, per la messa in sicurezza del patrimonio idrogeologico e immobiliare del nostro Paese. «Il fatto che non ci siamo riusciti negli ultimi 70 anni non vuol dire che noi non dobbiamo mettere il cuore e le energie migliori in questo progetto. Nei prossimi 15 giorni cominceremo a coinvolgere tutti i principali soggetti del nostro Paese, dalle istituzioni alle associazioni di categoria, ai sindacati». Un progetto per la prevenzione che evidentemente richiederà tempo - «il tempo del maratoneta» - e risorse straordinarie. In questo senso, anche se è tutto è ancora prematuro, tra gli addetti ai lavori si sottolinea come proprio un terremoto così devastante possa essere portato all’attenzione dell’Europa. Come si spiega nell’articolo in pagina, è possibile utilizzare lo strumento dello scomputo dal calcolo dell’aggiustamento strutturale del deficit previsto appunto in caso di gravi calamità naturali (con danni che superino lo 0.1% del Pil). E non è escluso che il progetto «Casa Italia» possa essere utilizzato dal governo per ritagliare ulteriori margini di flessibilità alla voce “investimenti” anche nella Legge di Bilancio del prossimo anno.

Ma per ora c’è l’emergenza, e subito dopo la ricostruzione. Su questo il governo, dallo stesso Renzi al ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, sembra avere le idee chiare: nessuna new town, secondo il modello allora molto discusso del dopo terremoto dell’Aquila nel 2009, Ma interventi «veloci» per rimettere in piedi il prima possibile quegli antichi borghi crollati, così come erano. «La priorità è gestire, nel rispetto del territorio, la possibilità per le persone colpite dal sisma di stare vicino al loro territorio e alle loro radici». Sui tempi della ricostruzione il premier non si sbilancia: «Non sono temi sui quali possiamo e vogliamo lanciare slogan o fare promesse inutili - dice -. Serve il passo lungo del maratoneta». E per evitare di disperdere i fondi («che ci sono») come in passato all’Aquila - aggiunge Renzi - alla ricostruzione sarà applicato il modello dell’Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. «Quanto soldi sono stati buttati via in passato... in questo senso il modello Anac può essere applicato nella ricostruzione».

Continuano intanto le manifestazioni di solidarietà internazionale e soprattutto europea. «Tutti mezzi possono essere messi a disposizione dell’Italia perché si possano ancora salvare vite, ha detto il presidente francese Francois Hollande. Mentre il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk scrive a Renzi: «Sono pronto a fare tutto ciò che è in mio potere per aiutare le autorità e gli italiani in questo momento di dolore e sofferenza».

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