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Regioni, al via l’iter per chiedere i fondi Ue

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I FINANZIAMENTI

Regioni, al via l’iter per chiedere i fondi Ue

Scatta il confronto tra Protezione civile e regioni colpite dal terremoto del 24 agosto per accedere ai finanziamenti dell’Unione europea.
È il dipartimento guidato da Fabrizio Curcio a coordinare il dossier - d’intesa con le documentazioni che saranno inviate alla Protezione da Lazio e Marche - da trasmettere a Bruxelles. Il sisma, tra l’altro, ha colpito anche Abruzzo e Umbria.
Tanto che ieri si è svolta ad Ascoli Piceno una riunione tra i presidenti dei Consigli regionali delle quattro regioni con il coordinatore nazionale del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, il presidente della Camera Laura Boldrini e il capo dipartimento Curcio.
Per il Fondo di solidarietà a sostegno della ricostruzione (Fsue), gestito dalla direzione generale Politiche regionali, l’Unione europea può mettere a disposizione una somma non superiore a 354 milioni (si veda Il Sole-24 Ore di ieri) di cui 30 possono essere erogati subito.

In Italia il Fondo di solidarietà Ue è già stato utilizzato per il terremoto dell’Aquila nel 2009 con 494 milioni di euro erogati e per quello dell’Emilia nel 2012 con 670 milioni. Lo somme attese per il terremoto del 24 agosto potranno essere utilizzate solo per coprire i danni non assicurabili, quelli che riguardano i primi soccorsi, le infrastrutture e i beni culturali.
I fondi europei non possono essere utilizzati invece per risarcire i danni subiti dai privati. Secondo normativa, la richiesta di intervento a Bruxelles dovrà essere presentata entro il 9 dicembre, 12 settimane dal sisma.
Le dimensioni del sostegno finanziario, in ogni caso, potranno essere definite solo quando il Governo italiano avrà calcolato i danni totali provocati dal terremoto. Sul piano finanziario nazionale, dal Fondo per le emergenze sono stati stanziati i primi 50 milioni. Ma, sempre sull’esempio dei sismi in Abruzzo ed Emilia, si sta mettendo a punto il cosiddetto «schema Cdp»: un sistema di collaborazione tra banche e istituzioni nazionali e locali.
Una ricostruzione che verrà fatta secondo il «modello Expo» cioè sotto la vigilanza dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) guidata da Raffaele Cantone. L’obiettivo principale è evitare che gli appalti per rimettere in piedi Amatrice, Arquata, Accumoli e gli altri borghi distrutti si trasformino in un’occasione di malaffare e tangenti a discapito della sicurezza.

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