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Pensioni toghe, Governo approva proroga di un anno per i giudici di…

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Consiglio dei ministri

Pensioni toghe, Governo approva proroga di un anno per i giudici di Cassazione

Ennesima proroga, la terza in tre anni, per allungare di altri 12 mesi l'età pensionabile dei magistrati della Cassazione, fissata a 72 anni fino alla fine dell'anno in deroga al tetto generale di 70 anni voluto dal premier Renzi due anni fa, che continuerà a valere per i magistrati ordinari. La novità, rispetto alle precedenti versioni 2014 e 2015, riguarda la platea delle toghe interessate al posticipo dell'età pensionabile: non tutti i magistrati della Suprema Corte, ma solo quelli con incarichi di vertice, con una estensione anche a Corte dei conti, Consiglio di Stato e Avvocatura dello Stato.

Proroga anche per i quasi 70enni di Corte Conti e Consiglio di Stato
Il decreto legge approvato stamani dal Consiglio dei ministri prevede, anche in ragione «dell'elevato contenzioso ivi pendente», la proroga di un anno, dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017, del termine per il pensionamento dei magistrati con incarichi direttivi e apicali del Palazzaccio che compiranno 72 anni dopo il prossimo 1° gennaio. Un altro anno di servizio, fino al 31 dicembre 2017, anche per le posizioni di vertice della magistratura contabile del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura dello Stato che non raggiungono i 70 anni d’età entro l’anno e per le quali varrebbe di regola lo stop fissato dalla riforma della messa a riposo del 2014.

Interessate una trentina di toghe del Palazzaccio
La decisione di far slittare ancora una volta i termini per la decadenza, per raggiunti limiti di età, dei vertici delle toghe, fortemente contratstata da Anm e dalle diverse correnti della magistratura associata arriva con una settimana di ritardo rispetto alle previsioni. Il decreto, già in pista per il Consiglio dei ministri del 25 agosto, ha infatti lasciato spazio ai provvedimenti urgenti per l'emergenza sisma del centro Italia. Escluso un intervento troppo mirato, circoscritto cioè ai soli magistrati di vertice della Corte di Cassazione (tra cui spiccano il primo presidente Giovanni Canzio e il Pg Pasquale Ciccolo, ipotesi a forte rischio incostituzionalità), il decreto si applicherà a tutte le toghe quasi 72enni del Palazzaccio (in tutto circa una trentina di magistrati) e ai senior di Palazzo Spada, Corte conti e Avvocatura dello Stato, ma lascia comunque fuori molti capi di importanti uffici giudiziari nelle stesse condizioni.

Le altre misure per l’efficienza degli uffici giudiziari
Compreso negli 11 articoli del decreto anche un pacchetto di misure per contribuire a ridurre il carico dei procedimenti pendenti in Cassazione, in particolare per quanto riguarda le sezioni civili. Si va dall’«applicazione temporanea» dei magistrati dell’Ufficio del Massimario della Cassazione (circa una cinquantina di unità: si occupano di redigere i principi giuridici e giurispudenziali dalle sentenze depositate dai colleghi) alle varie sezioni della Corte «per lo svolgimento delle funzioni giurisdizionali» all’estensione anche alla Cassazione dei tirocini formativi di 18 mesi già previsti presso gli altri Uffici giudiziari per i laureati in giurisprudenza più meritevoli.

Personale Giustizia, stop a distacchi e comandi fino al 2019
Per velocizzare anche su altri fronti i tempi della giustizia attraverso una «più celere copertura delle vacanze nell’organico degli uffici giudiziari di primo grado» il decreto riduce poi da 24 a 12 mesi il tirocinio obbligatorio presso tribunali per gli idoeni ai concorsi per l’accesso alla magistratura del 2014 e del 2015 (2 mesi presso la Scuola dei magistrati, 10 presso gli uffici giudiziari). Altre misure del decreto riguardano l’applicazione omogenea della riforma del processo amministrativo telematico per Tar e Consiglio di Stato (il suo avvio, previsto per loscorso giugno, è slittato al 1° gennaio 2017 in virtù di un altro decreto) e una deroga alla legge Bassanini-bis per quanto riguarda il personale della Giustizia. Che in futuro, fatta eccezione per i dirigenti, non potrà più essere « comandato, distaccato o assegnato presso altre amministrazioni», almeno fino al 31 dicembre 2019.

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