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Berlino apre su flessibilità e sisma

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Berlino apre su flessibilità e sisma

  • –Alessandro Merli

maranello

Inevitabilmente, è stato il vertice del dopo-terremoto. Ma è stato anche l’incontro fra Matteo Renzi e Angela Merkel in cui i due leader hanno mostrato maggior sintonia da quel primo faccia a faccia a Berlino nel marzo di due anni fa quando il presidente del Consiglio si era appena insediato.

Buona parte della discussione e della successiva conferenza stampa, nella sede della Ferrari, si è concentrata sul sisma che ha colpito la settimana scorsa l’Italia centrale. Renzi ha ricordato che le regole europee sui conti pubblici prevedono già l’esclusione della spesa per eventi eccezionali e che anche sui piani successivi, come Casa Italia, per mettere in sicurezza il territorio, ci sono strumenti europei per la flessibilità sugli investimenti. Ma non è una discussione che vuole avviare ora («Utilizzeremo le regole europee dopo la presentazione di un progetto serio. Niente annunci show, prenderemo tutto quello che serve ed è necessario»), assicurando che prima si useranno le risorse che già ci sono e che andrà applicata la massima trasparenza e la priorità alle «cose che servono davvero». Ha approfittato per preannunciare per oggi la nomina di Vasco Errani a commissario alla ricostruzione, compito già svolto quattro anni fa in Emilia-Romagna, e sottolineare il coinvolgimento dell’Autorità anti-corruzione. Se entrambi hanno ricordato che la decisione sui conti pubblici spetta alla Commissione, significativamente la signora Merkel ha affermato: «L’Italia presenterà un piano e sono sicurissima che in Europa troveremo una soluzione ragionevole». Quanto agli aiuti alle zone terremotate, il cancelliere ha annunciato che la Germania si impegna alla ricostruzione di una scuola, dopo averne discusso con il Governo italiano e con le popolazioni locali. La scuola crollata ad Amatrice è divenuto uno dei simboli del fallimento della prevenzione anti-sismica. Anche il calcio, ha detto il capo del Governo tedesco, deve partecipare agli aiuti, con i proventi di una partita fra Italia e Germania. Insieme a Renzi, la signora Merkel ha incontrato alcuni rappresentanti delle forze di soccorso nelle zone terremotate, comprese il cane labrador Leo, che ha individuato la piccola Giorgia, la bimba di 4 anni poi estratta dalle macerie. Anche i padroni di casa della Ferrari hanno annunciato il proprio intervento, mettendo all’asta un esemplare de LaFerrari, la prima ibrida prodotta dalla casa di Maranello: sarà il 500esimo esemplare, che andrà ad aggiungersi appositamente ai 499 previsti in serie limitata, e verrà battuta con una base di oltre un milione di euro.

Ma il sostegno di Merkel a Renzi è andato al di là della questione terremoto: le prossime scadenze elettorali (il voto regionale in Meclemburgo domenica, dove il suo partito rischia addirittura uno storico sorpasso a opera del partito anti-immigrati AfD, e soprattutto quello nazionale il prossimo anno per il cancelliere, il referendum costituzionale d’autunno per il presidente del Consiglio) sono senza dubbio una potente motivazione. A Berlino è vista con grande preoccupazione l’ascesa del Movimento 5 stelle (alla cena con gli imprenditori, Renzi ha preferito metterla sulla battuta con il presidente degli industriali tedeschi, Ulrich Grillo: «L’unico Grillo che apprezzo»). In conferenza stampa, la signora Merkel ha elogiato la stabilità del Governo Renzi, che ha portato anche a maggiore stabilità dei rapporti bilaterali, e gli ha augurato successo per il suo programma di riforme, «per il bene dell’Italia e dell’Europa».

Se sul futuro dell’Europa nel dopo-Brexit, la cui discussione è iniziata a Ventotene nell’incontro a tre cui ha preso parte il presidente francese François Hollande, i propositi restano vaghi e non sono necessariamente convergenti, i capi di Governo di Italia e Germania si sono espressi pressoché all’unisono sulla questione immigrazione. La signora Merkel, che in un’intervista della vigilia alla “Suedeutsche Zeitung” aveva ammesso che la Germania ha a lungo sottovalutato il problema ritenendo che fosse un affare per Paesi di frontiera come Spagna e Italia, e Renzi hanno concordato che l’Europa deve mantenere i propri impegni umanitari, ma che gli immigrati che non hanno diritto vanno rimpatriati. Il cancelliere ha apprezzato l’eccellente lavoro dell’Italia nella fotosegnalazione dei nuovi arrivati.

I ministri finanziari Pier Carlo Padoan e Wolfgang Schaeuble hanno sottolineato l’importanza di ampliare gli investimenti europei del piano Juncker, che va potenziato, e di coinvolgere i privati nei Paesi d’origine dei migranti, in Africa e in Medio oriente.

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