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Boccia: «Agenda a medio termine per più produttività e…

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FORUM AMBROSETTI / 2

Boccia: «Agenda a medio termine per più produttività e crescita»

È la crescita la «grande questione prioritaria». Partendo da questa premessa «bisogna riorientare il dibattito italiano ed europeo rimodulando la questione: occorre un patto di crescita e di stabilità». Perché è la crescita, sottolinea Vincenzo Boccia, la precondizione per la stabilità. Serve un'«agenda a medio termine per la crescita del paese», ha sottolineato il presidente di Confindustria. Questa agenda per avere «un paese più produttivo e più competitivo» è fondata su quattro punti: industria ad alta intensità di investimenti, alta produttività, alto valore aggiunto, e questione dell'aumento dei salari e redistribuzione del reddito.

Boccia: Per la crescita il fattore tempo è una variabile di competitività

«La questione industriale è il grande tema che il governo deve porsi all'interno di una strategia per la crescita». La legge di stabilità «è un punto di partenza e non di arrivo», ha detto Boccia, nelle sale del Workshop Ambrosetti, seduto accanto al ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda. Sul tavolo c'è il tema della produttività: «per noi è centrale, è una delle grandi questioni del paese». Calenda non scende nei dettagli su quale sarà l'intervento del governo. «Sappiamo che le risorse sono poche, ma con poco si può fare tanto», dice Boccia. Ed elenca alcuni punti che stanno a cuore alle imprese: detassazione dei premi di produzione, la riattivazione della legge Sabatini e i super-ammortamenti, benefici fiscali per le aziende che fanno aumenti di capitale. Non c'è bisogno di grandi quantitativi, dice Boccia, «non chiediamo la luna, è una questione di corresponsabilità, ma chiediamo misure selettive che possano aiutare le imprese a fare un salto». L'importante è che si inizi un percorso, con una politica dell'offerta e dei fattori, per arrivare a stimolare la domanda. E' la produttività il punto cruciale, «a parità di valuta un elemento di competitività». E la detassazione dei salari di produttività è un tassello fondamentale per crescere ed essere competitivi. Va attivato quel «circolo virtuoso» con cui affrontare la redistribuzione del reddito e il problema delle disuguaglianze.

Non una politica dei redditi, ha sottolineato Boccia, ma una politica dell'offerta: detassazione del salario di secondo livello, più retribuzione per i lavoratori, più investimenti e quindi più domanda., ma rendendo contemporaneamente le imprese più competitive. Quel modello tedesco che Boccia prende a riferimento, citato anche durante il dibattito, frutto delle riforme dell'ex cancelliere Gerard Schroeder, che ha portato la Germania ad avere 30 punti di vantaggio di competitività rispetto a noi. Industria 4.0 è un volano di crescita: «è la grande sfida dell'Occidente, un grande driver di sviluppo». Per Boccia «bisogna passare dal resistere al reagire, combattere l'ansietà dell'economia per riattivare investimenti e consumi». Con Confindustria che abbia un ruolo «non di collateralità, ma di corresponsabilità» nei confronti delle scelte del governo, puntando ad un «intervento organico di politica economica del paese». Anche il sì al referendum, ha spiegato Boccia, ha una ragione di impatto economico, dal momento che un governo stabile può pensare a quei progetti a medio-lungo termine che possano far crescere il paese.

In questo percorso le relazioni industriali, secondo il presidente di Confindustria, non sono solo. Sulla questione contratti: «va trovato il punto di caduta che permette al contratto nazionale di dare garanzie anche economiche e permetta ai contratti di secondo livello di fare il salto», tenendo conto che ci sono differenze tra le varie categorie «i chimici hanno un peso del costo del lavoro diverso dai meccanici», e dentro la stessa categoria tra chi va bene e chi va peggio. «Va costruito un percorso che ci porti ad aumentare i salari e dal nostro punto di vista anche aumentare la produttività».

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