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Mersch: crescita eurozona ancora poco soddisfacente

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Mersch: crescita eurozona ancora poco soddisfacente

Yves Mersch, membro del board della Bce
Yves Mersch, membro del board della Bce

«Il ritmo della ripresa economica nell’area euro è ancora insoddisfacente, con il tasso di disoccupazione a livelli ancora troppo alti», ha detto Yves Mersch, membro del board della Bce, nel suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Questa situazione «si riflette sulle aspettative dell’economia per i prossimi mesi. È chiaro che gli impegni per consolidare la ripresa debbano essere rafforzati». Nel settore finanziario, inoltre, «rimangono fragilità nel settore bancario, che devono essere risolte, e l’Unione bancaria deve essere completata» nonostante le resistenze.

L’obiettivo «deve essere quello di andare avanti rapidamente verso la riduzione del rischio e verso la condivisione del rischio. La condivisione del rischio coinvolge sia i settori pubblici che privati, per esempio garantendo lo stesso livello di protezione dei depositi attraverso un sistema unico europeo», ma anche «continuando a costruire un’unione dei mercati dei capitali in Europa», ha concluso il banchiere centrale.

«Nel settore finanziario le restanti fragilità nel sistema bancario devono essere risolte e l’unione bancaria va completata», ha spiegato Mersch ai partecipanti e detto indirettamente ai governi. In particolare Mersch ha puntato l’attenzione sulla «paura» dei soggetti di mercato che «le vulnerabilità locali potrebbero diffondersi e destabilizzare il sistema bancario europeo prima che tutti gli strumenti di contrasto delle crisi siano già in funzione», prima cioè che le difese decise siano tutte in campo. In tale contesto è urgente, per la Bce, creare un sistema europeo di garanzia dei depositi bancari. Su questo i negoziati all’interno dell’Eurogruppo sono di fatto bloccati dal no tedesco di Wolfgang Schaeuble e di altri paesi del “fronte del Nord”.

Mersch ha riproposto, in vista della prossima riunione della Bce dove ci saranno le nuove stime economiche, la visione dell’Eurotower sulle debolezze di fondo dell’unione monetaria che dipendono dalla sua evidente incompletezza. Questo è un aspetto importante della “crisi multipla” che attanaglia l’Unione europea (bassa crescita, la crisi dell’immigrazione, euroscetticismo crescente, pulsioni secessioniste incoraggiate dal referendum su Brexit).

Che fare? «Forti istituzioni sono cruciali per una crescita economica sostenibile», ha detto l’esponente Bce. Mersch ha indicato anche i rischi del prevalere dello spirito e delle pratiche “intergovernative” (contrapposte al metodo comunitario): «Il rischio è che il rispetto di interessi nazionali trasformi il processo decisorio in un esercizio diplomatico che porta a negoziati lunghi e opachi, assenza di strategia a lungo termine e che gli interessi nazionali si scontrino l’uno contro l’altro». Deve essere chiaro secondo Mersch che «la convinzione secondo cui lo stato nazionale è il solo luogo di legittimazione è superata, la Ue non è solo l’unione di Stati membri, ma anche dei cittadini, l’agenda europea dovrebbe essere fissata da chi è stato eletto a livello europeo invece che da pochi grandi Stati membri».

Il Quantitative easing della Bce ha stabilizzato i mercati dei bond anche se le borse restano volatili e in futuro probabilmente Francoforte allenterà i requisiti di rating per i corporate bond o ne allungherà l’eleggibilità delle scadenze. O almeno questo è quanto si aspettano i mercati e ora tocca ai governi.

Le decisioni su fisco e spesa pubblica «costituiscono il cuore delle prerogative dei parlamenti nazionali e a ragione, ma ciò non significa che dovremo rifuggire da una ulteriore integrazione delle politiche di bilancio nel lungo termine». In tal quadro emerge il ruolo di un ministro del Tesoro delle zona euro con un forte grado di legittimazione e un «forte controllo parlamentare». «Ogni organismo con poteri delegati dai governi non soddisferebbe tali requisiti: penso che il parlamento europeo nel formato della sola eurozona dovrebbe essere l’organismo» che esercita tale controllo «assicurando che l’azione del ministro delle finanze europeo sia legittimata». Un passo verso una maggiore integrazione.

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