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Giustizia, inflazione, oro l'economia entra nelle storie

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Giustizia, inflazione, oro l'economia entra nelle storie

Siamo arrivati alla fine di questi “racconti dell'economia”, e introduciamo altri nove grandi libri del passato e del presente. Libri che contengono spunti e legami con la scienza economica. La scelta di queste opere letterarie è necessariamente idiosincratica. Riflette in gran parte le letture degli autori di queste pagine e non pretende alcuna sistematicità. Ma, dato che la letteratura riflette la vita e la vita è legata a doppio filo con l'economia, vi sono migliaia di altre opere – in pratica tutti i romanzi – che avrebbero potuto essere scelti. O che magari lo saranno, dato che la pagina domenicale del «Sole Junior», in cui hanno trovato la prima ospitalità questi testi, continuerà imperterrita nel tempo a venire. Nelle pagine che seguono ci occuperemo allora de «I viaggi di Gulliver», dove un capitolo ci fa riflettere sul sistema degli incentivi nel ricorso ai tribunali. Passeremo poi a uno dei grandi romanzi della letteratura italiana, «I Vicerè» di Federico De Roberto e apprenderemo qualcosa sui primi “insider trading”. «L'obelisco nero» di Erich Maria Remarque ci fa chinare sui misfatti dell'iperinflazione. L'affascinante epica de «Il Mulino del Po» di Riccardo Bacchelli, porta a galla i problemi del protezionismo e della resistenza all'innovazione. E poi ancora: la partita doppia, un grande invenzione (italiana), di cui si parla ne «La coscienza di Zeno» di Italo Svevo. Non è finita: la distopia di George Orwell («La fattoria degli animali») spiega come le rivoluzioni distruggono ma non creano, con il capo dei rivoltosi anch'egli invischiato in problemi morali. Nel «Marcovaldo» Italo Calvino ci porge su un piatto d'argento le distorsioni di un mercato del lavoro dove spesso le carte sono truccate. Infine, «I luminari», di Eleanor Catton, una giovane scrittrice neozelandese, racconta della corsa all'oro, una corsa chesottolinea il fascino che il metallo giallo ha sempre inspirato. C'è anche chi lo vorrebbe di nuovo a capo del sistema monetario internazionale. No, grazie.

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