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Renzi su terremoto: la politica resti fuori dalla ricostruzione post sisma

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«Via slot da tabaccherie»

Renzi su terremoto: la politica resti fuori dalla ricostruzione post sisma

HANGZHOU - Si terrà domani a Palazzo Chigi la prima riunione aperta a tutti i soggetti, enti locali, organizzazioni, parti sociali ed esperti coinvolti nella ricostruzione del Terremoto del Centro Italia. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Matteo Renzi nella conferenza stampa finale del vertice G20 cinese precisando che nei prossimi giorni tornerà a far visita ad Amatrice. «Per l’occasione - ha aggiunto Renzi - verrà riaperta la sala verde» ossia il luogo storico della concertazione tra Governo e parti sociali. Anche se, ha aggiunto scherzosamente «domani sera la richiudo». Un modo per lanciare un invito a tutte le forze politiche per evitare di strumentalizzare a fini elettorali la tragedia del sisma e della ricostruzione, meno che mai il grande progetto di Casa Italia.

Renzi: al lavoro «per togliere slot da tabaccherie»
In un’intervista al magazine “Vita no profit” Renzi ha poi spiegato
che «sul gioco d'azzardo stiamo per mettere a punto una misura per togliere le slot da tabaccherie ed esercizi commerciali»

«Domani faremo punto con Errani sul terremoto»
Tornando alla conferenza stampa alla fine del G20, il presidente del Consiglio ha dichiarato: «Domani faremo punto con il commissario alla ricostruzione Vasco Errani e con il responsabile del progetto Casa Italia, Giovanni Azzone. Vogliamo avere il contributo di tutti, uomini e donne che credono in Casa Italia come progetto strategico di tutto il Paese, ci mettiamo nel ruolo di padri più che di politici». Il premier ha insistito molto sulla necessità in questa prima fase di coinvolgere il maggior numero di soggetti e di esperti. «Abbiamo chiesto l’aiuto dei migliori tecnici - ha precisato Renzi - perchè ci diano una mano nel dopoterremoto con la Protezione civile e i vigili del fuoco». Tutti i suggerimenti verranno ascoltati ma soprattutto si tratterà, ha osservato sempre il premier italiano, di «cambiare approccio perché alle elezioni ognuno voterà come vuole ma adesso evitiamo di coinvolgere la politica nella ricostruzione».

«Dopo personalizzazione e data referendum, spero si discuta del merito»
Renzi ha affrontato anche il tema del referendum costituzionale. «Dopo l’eccessiva personalizzazione e la data è ora che si entri nel merito dei problemi al centro del quesito referendario sulle riforme istituzionali». È questo l’invito lanciato dal presidente del Consiglio nel corso della conferenza stampa finale del vertice G20. Un messaggio che Renzi cercherà di far passare nei prossimi giorni nelle numerose partecipazioni a varie feste dell'Unità (Catania, Palermo, Bologna, Firenze, Reggio Emilia) e a un’iniziativa del comitato per il si nell'ambito della Festa del Levante.

«Se vince il sì meno stipendi ai politici e minore contenzioso»
Sulla data del referendum Renzi non ha annunciato novità di rilievo anche se da tempo si fronteggiano due tesi. I sostenitori del “si” puntano a un'accelerazione del voto per evitare il logoramento delle opposizioni (soprattutto quelle interne). C'è pero' chi, come lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avrebbe consigliato maggiore prudenza aspettando di mettere in sicurezza la Legge di stabilità almeno in un ramo del Parlamento per evitare che una vittoria dei “no” produca pericolosi effetti domino. Cosa che comunque fisserebbe la data tra il 27 novembre e i primi di dicembre. «Il referendum deve essere fissato entro il 13 ottobre - ha precisato Renzi - dal giorno in cui viene fissato devono decorrere tra i 50 e i 70 giorni, è tutto scritto nella legge e non vedo problemi». Ma prima, ha aggiunto il premier, «si diceva che il referendum era stato troppo personalizzato, poi la questione della data; vorrei che si cominciasse a discutere dei contenuti, di cosa accadrà se passa il referendum: meno stipendi ai politici, minore contenzioso, abolizione di enti inutili e maggiore partecipazione alla vita politica dei cittadini che potranno decidere se vogliono oppure no rimanere in questo sistema bicamerale».

«Crescita equa vera novità del vertice»
È il concetto di crescita forte, sostenibile ma soprattutto equa la nuova «parola d’ordine» del vertice G20 di Hangzhou secondo Renzi. Il premier italiano ha sottolineato che il G20 si conferma un “format” particolarmente utile e interessante per discutere temi globali. «Ma - ha aggiunto - parlare di stabilità finanziaria senza tenere conto dell'inclusione dei cittadini e della paura dei ceti medi può andare bene per i convegni di economia, non per la vita di tutti i giorni». Sulla lotta alla corruzione Renzi ha portato all’attenzione degli altri leader l’esperienza dell’Anac di Cantone che ha raggiunto con l’Ocse un accordo che ne certifica la validità internazionale. Sulla trasparenza fiscale il presidente del Consiglio ha insistito sul concetto che «la tassazione deve essere uguale per tutti, obiettivo non sempre semplice e che affronteremo nuovamente nel G7 siciliano di Taormina dell'anno prossimo». Anche il ministro dell'Economia, Piercarlo Padoan ha spiegato che il tema della tassazione verrà approfondito in Europa in un prossimo Ecofin ma il regime di trasparenza che consente uno scambio uguale dal punto di vista fiscale «è ormai un dato acquisito dal G20» anche se occorrerà rafforzare scambi di informazione e armonizzazione delle regole.

«In Germania è solo voto locale»
Il premier italiano ha registrato poi, nel corso del vertice che l’Italia è percepita «più forte di quanto noi crediamo, portatrice di valori importanti». Molto diversa dall'immagine «spesso rinunciataria che abbiamo di noi stessi».
Quanto al voto amministrativo nel Mecleburgo che ha fatto registrare il “sorpasso” della formazione populista Alternativa per la Germania rispetto alla Cdu della canvelliera Angela Merkel, Renzi ha minimizzato. «Non ne ho parlato con la Merkel - ha osservato- anche se l’ho incontrata come molti altri leader; ma fare di un voto territoriale un caso nazionale è complicato. Penso alle nostre regionali o comunali, alle diverse realtà, per me un voto amministrativo resta un voto amministrativo».


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