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Se a Roma anche le farmacie comunali sono in perdita

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dopo l’arresto del commissario straordinario

Se a Roma anche le farmacie comunali sono in perdita

Possono non sorprendere più le perdite milionarie che ogni anno da tempo immemore, l'Atac, l'azienda dei trasporti capitolina porta a casa, o meglio fa pesare sui bilanci del Comune. O il poderoso contratto di servizio anche qui plurimilionario che l'Ama incassa ogni anno lasciando la città eterna sommersa dai rifiuti.
Ma che anche le farmacie comunali della Capitale potessero rappresentare un simbolo dell'inefficienza, del degrado e della malagestio del Comune imprenditore lascia sorpresi.

La cronaca dice degli arresti domiciliari per turbativa d'asta e falso di Francesco Alvaro, il commissario straordinario dell'azienda che raggruppa le 47 farmacie municipali, la Farmacap. Il commissario avrebbe favorito, secondo le accuse, con un appalto su misura l'imprenditore Giuseppe Giordano a capo della Dragona Servizi per l'affidamento di tre immobili, di cui uno per la gestione di un asilo nido di via Marco Enrico Bossi. Un appalto giudicato da 36mila euro, sottostimato secondo il pm Nadia Plastina e gli investigatori del Nas, per evitare le procedure ad evidenza pubblica. Plurimi gli illeciti contestati al commissario straordinario, che dalle intercettazione avrebbe avuto un rapporto confidenziale con l'imprenditore.

Ma al di là delle cronache giudiziarie e del presunto malaffare emerge un quadro desolante dell'incapacità del pubblico di gestire un servizio come le farmacie che i soldi, in genere, li produce anziché dissiparli. Alvaro era stato nomimato proprio per fronteggiare il dissesto economico della Farmacap. E in parte ci era riuscito, anche se il grosso del merito nello sforzo va attribuito al direttore generale Simona Laing, che, forte della sua esperienza nell'ex incarico da dg delle farmacie del comune di Pistoia (sempre in utile), era riuscita a ripotare il bilancio di Farmacap in pareggio dopo 3 anni di perdite.

E sono proprio quei tre anni di rosso consecutivo a dire che anche nella gestione del servizio più profittevole (sulla carta) che ci sia, Roma andava controcorrente. Nel 2011 ecco il primo rosso di bilancio della Farmacap per la cifra di oltre 10 milioni. Possono sembrare pochi, ma quel buco si è prodotto su un fatturato di poco più di 50 milioni. Per ogni 100 euro di ricavi dalla vendita dei farmaci ben 20 euro si trasformavano in perdite. Ma le perdite continuano inesorabili anche nel 2012 e nel 2013, cumulando un buco di altri 8 milioni.

I costi superano costantemente gli incassi. Il Comune alla fine deve mettere mano al portafoglio perché le perdite protratte nel tempo erodono tutto il capitale. Lo stanziamento avviene nel 2013, con un assegno che ricapitalizza Farmacap per 15 milioni, pena il crac. Poi l'arrivo di Alvaro (oggi ai domiciliari) e soprattutto della Laing, che riescono finalmente a far ricomparire l'utile nell'ultima riga di bilancio. Poca cosa, solo 15mila euro. Si vedrà se l'inchiesta sull'appalto per l'asilo, ritenuto truccato, avrà inciso sui conti ripristinati di Farmacap. Ma certo quel quasi crac la dice lunga sull'incapacità di Roma capitale a gestire anche uno dei business solitamente più ricchi. Davvero il Comune imprenditore deve fare anche il farmacista e in più perdendoci?

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