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«Casa Italia» con sismabonus e interventi-tipo

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dopo il terremoto

«Casa Italia» con sismabonus e interventi-tipo

Interventi “tipo” di nuova costruzione e messa in sicurezza antisismica. E poi misure incisive per aggredire i due principali canali di intervento sul patrimonio: la diffusa e frazionata platea di residenze private e tutti gli edifici pubblici di importanza strategica. Questi i due principali fronti di intervento di Casa Italia, il piano nazionale per la prevenzione lanciato da Matteo Renzi.

Il premier ieri ha incontrato, insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, tutte le categorie a vario titolo coinvolte nella cura del territorio e del patrimonio del Paese.

Sono state più di 30 le sigle in rappresentanza della ricerca e del mondo accademico, delle amministrazioni pubbliche e dell’industria, dell’associazionismo ambientalista e delle professioni tecniche, che hanno illustrato le loro proposte alla sollecitazione del premier sul piano Casa Italia, che operativamente è stato affidato al rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone.

Il premier è ben consapevole che il piano - necessariamente di lungo orizzonte: «Serviranno almeno 10 anni», ha detto Renzi, invitando le forze politiche «a lavorare insieme senza fare battaglie politiche» - può catalizzare consenso e risorse in grado di dare una spinta all’economia e all’edilizia, oltre ovviamente all’obiettivo prioritario di inglobare una cultura della prevenzione e alla messa in sicurezza di abitazioni, edifici pubblici, infrastrutture e territorio.

Dopo un primo giro di tavolo, De Vincenti ha dato appuntamento a una data entro la fine di questo mese per approfondire e sistematizzare le proposte, e aprire un tavolo tecnico con le associazioni coinvolte per proseguire il lavoro. Resta ovviamente il tema delle risorse. «Il problema non sono i soldi - ha detto il premier ieri sera a Porta a Porta -: ci sono, bisogna spenderli bene ed evitare che la gente ci mangi sopra, che siano fatti interventi a capocchia». «Il tema delle risorse è fondamentale» e «va collegato però con quelle che saranno le valutazioni effettive sul reale fabbisogno di risorse che richiede la strategia», ha precisato Claudio De Vincenti.

Proprio per questo, è importante individuare le priorità; ma anche elaborare strumenti operativi per il mondo della progettazione e la Pa. «C’è un importante lavoro che faremo con Renzo Piano - spiega Giovanni Azzone -: predisporremo linee guida per eseguire gli interventi, ma lavoreremo anche a progetti-tipo che possano fare da esempio, sia per nuove costruzioni, sia per interventi di adeguamento». Le macro-categorie sulle quali si sta ragionando sono almeno tre. Una è quella dell’edificio scolastico: una scuola tipo, antisismica ovviamente, ma anche bella e funzionale sotto il profilo della didattica. Ma si cercherà anche di lavorare a progetti standard per edifici pubblici abitazioni.

Ma il lavoro organizzativo - finalizzato a costruire quella che, nel progetto di Renzi, è destinata a diventare il dipartimento per la Prevenzione sotto il cappello di Palazzo Chigi - prevede anche altri tre obiettivi.

Il primo è la razionalizzazione delle informazioni esistenti su piani, programmi e infrastrutture, in modo da individuare facilmente le priorità. C’è poi un lavoro da fare per individuare tutte le fonti di spesa e le necessarie misure di semplificazione. L’ultimo obiettivo è «una formazione che coinvolga 60 milioni di italiani», dice Azzone per far capire che è necessaria una campagna di sensibilizzazione e formazione a tutti i livelli: dal funzionario pubblico al progettista alla famiglia. Su questo sarà coinvolta la Scuola superiore della pubblica amministrazione.

Ieri è stata anche una intensa giornata di riunioni a Palazzo Chigi, con numerosi ministri e tecnici, dedicate all’emergenza terremoto e alla ricostruzione. Si sta lavorando a un decreto che spiani la strada alle tante cose da fare: aiuti alle popolazioni danneggiate, poteri e organizzazione della struttura commissariale affidata a Vasco Errani, gestione degli appalti e della necessarie garanzie di trasparenza, salute. Per accelerare la conta dei danni e le verifiche sugli edifici, si sta attingendo all’esperienza dei tecnici che sono stati impegnati all’Aquila nel 2009. Per gli aiuti alle imprese c’è invece sul campo il sistema sperimentato in Emilia Romagna nel 2012 che utilizza il credito di imposta con anticipazione da banche a Cdp. Il provvedimento dovrà poi anche individuare il perimetro del cosiddetto cratere, che delimiterà gli assistiti.