Italia

Partite Iva, sgravi su fisco e contributi

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

Partite Iva, sgravi su fisco e contributi

ROMA

Nuove regole in arrivo su contributi e fisco delle partite Iva. Da un lato, si studia un’aliquota Inps ridotta sui professionisti freelance (quelli che non hanno una Cassa privata di riferimento). Dall’altro, l’ipotesi a cui sta lavorando il Governo è quella di consentire alle Pmi di pagare le tasse su quanto realmente incassato e non più su quanto fatturato. Misure che, stando agli annunci delle ultime settimane, dovrebbero prendere forma nella prossima legge di Bilancio.

Sul versante contributi, si sta valutando l’ipotesi di ridurre l’aliquota contributiva dal 27% al 25% ma allo stesso tempo di intervenire sulla componente legata all’«assistenza» (malattia e maternità) aumentando l’aliquota attuale dallo 0,72% a un valore compreso tra l’1% e l’1,5% (ma potrebbe anche fermarsi su un valore intermedio come l’1,25%). Con un prelievo complessivo Inps che per i freelance oscillerebbe tra il 26 e il 26,5 per cento.

Nutrito è il pacchetto fiscale destinato a piccole imprese e non solo. Per circa 1,7 milioni di ditte individuali e per oltre 790mila società di persone è in arrivo il “regime di cassa” che consentirà alle Pmi in contabilità semplificata di determinare il reddito seguendo le stesse regole oggi in vigore per i liberi professionisti. Come sottolineano dalle politiche fiscali della Cna, oltre ad evitare di tassare ciò che non è ancora stato incassato, il regime di cassa potrà velocizzare i pagamenti tra gli stessi soggetti secondo il principio di poter tassare soltanto i ricavi effettivamente incassati e di poter dedurre solo i costi realmente pagati.

La misura, fortemente voluta dagli autonomi era tra i principi rimasti inattuati della delega fiscale e che ora il Governo, saldi permettendo, potrebbe ripescare con la legge di bilancio in preparazione per sostenere le Pmi. Al fianco del regime di cassa per le piccole imprese arriverà anche la nuova Imposta sul reddito dell’imprenditore. L’introduzione dell’Iri, già annunciata la scorsa settimana dallo stesso presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, consentirebbe di uniformare i criteri di tassazione del reddito prodotto dalle imprese personali (ditte individuali e società di persone) con quello delle società di capitali. In sostanza anche le piccole imprese avrebbero un’imposta propria con una tassazione proporzionale (non più progressiva come è l’Irpef) ad aliquota ridotta dei redditi lasciati in azienda e destinati agli investimenti, allineata alla tassazione Ires delle società di capitali. Inoltre, uniformare la nuova imposta sul reddito dell’imprenditore alla nuova aliquota Ires in vigore dal 2017 vorrà dire far decollare l’Iri con un prelievo del 24 per cento. Dal prossimo anno, infatti, l’imposta pagata dalle imprese scenderà dal 27,5% al 24 per cento.

La crescita dimensionale delle imprese e la spinta agli investimenti produttivi è l’altra parte delle misure in arrivo per l’intero sistema produttivo. Allo studio si stanno valutando alcune interventi correttivi e di potenziamento dell’aiuto alla crescita economica (Ace). Una riduzione del coefficiente di rendimento oggi al 4,75%, motivata dal fatto che si tratta di un valore troppo lontano dagli attuali tassi di interesse, verrebbe compensata con un «superAce», un moltiplicatore del valore del capitale apportato su cui calcolare l’importo della deduzione (si veda Il Sole 24 Ore di giovedì).

Per sostenere gli investimenti produttivi si punta sia alla proroga dei superammortamenti al 140% particolarmente apprezzati nel corso di quest’anno, sia a un «iperammortamento» che possa andare ben oltre la maggiorazione del 140% per chi investe in beni digitali indicati da «Industria 4.0». In questa direzione va l’annuncio di ieri a Bari del premier Renzi: «Chi ha un albergo avrà diritto a una sorta di super sconto, chiamatelo bonus o se non vi piace superammortamento, per la qualità dell’accoglienza». In pratica, sarà premiato chi investe, ad esempio, su banda larga e strumenti per consentire il pagamento con moneta elettronica.

La revisione degli studi di settore e le semplificazioni degli adempimenti sono gli altri possibili capitoli dedicati alle partite Iva, ancora tutti da definire, della prossima legge di Bilancio. Sul primo fronte, infatti, potrebbero arrivare le misure operative per la cancellazione degli studi per i liberi professionisti. Sul tavolo c’è già il progetto di Sose ed Entrate per un graduale passaggio verso gli indicatori di compliance: una sorta di pagella in grado di misurare la fedeltà fiscale che premierebbe con vantaggi in termini di rimborsi più veloci e “scudo” dagli accertamenti i contribuenti più virtuosi. Intanto per il 2017 l’Agenzia ha già pubblicato le prime bozze dei modelli da compilare che saranno più leggere rispetto a quelle di quest’anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA