Altro che estate. Se si parla di ricerca del lavoro, la fase più calda dell'anno è appena iniziata: settembre e ottobre possono essere i due mesi più fruttuosi per la caccia all'impiego, con picchi di oltre il 10% delle assunzioni effettuate lungo l'intero corso dell'anno. Perché? L'interpretazione più ovvia è che il mercato si riattiva dopo lo stand by di luglio e agosto, sul doppio fronte di posizioni aperte e candidature spontanee. Ma il meccanismo, in realtà, è più articolato: a incidere sono fattori come la chiusura dell'anno fiscale in arrivo, la ciclicità del mercato e variabili che vanno dalla psicologia individuale ai criteri di ricerca delle aziende.
«Settembre è il mese dove si assume di più, come è ragionevole che sia per tutto un insieme di fattori. Ad esempio è il periodo di approvazione dei piani di sviluppo e si stabiliscono nuovi ingressi», spiega al Sole 24 Ore Emilio Reyneri, ordinario di sociologia dei processi economici e del lavoro all'Università Milano-Bicocca. Un trend che si rispecchia anche nel tipo di contratto: dopo il boom di rapporti a termine per l'estate, è di nuovo il turno di offerte di medio e lungo periodo. Un cambio di rotta naturale, spiega Reyneri: «La fase dei contratti stagionali finisce con agosto e le imprese sono portate a stipulare contratti di lungo periodo e a fare investimenti di maggiore respiro sui candidati. Poi, naturalmente, dipende anche da quanto tempo si impiega per trovare lavoro. E in Italia i tempi non sono mai brevi».
Perché si assume di più
Fin qui, le premesse. Se si dà uno sguardo ai numeri, gli annunci pubblicati da agenzie di lavoro e portali online testimoniano una domanda robusta fin dall'inizio del mese. Solo la sezione italiana di un colosso del lavoro come Monster offre «più di 1000 posizioni» sul mercato italiano (77 per i laureati in materie economiche e 129 nell'ambito ingegneristico), mentre il portale di annunci Infojobs conta 4.142 posizioni aperte per il segmento retail e 2.305 nell'area dell'informatica. Quanto alla dinamica mensile, dati forniti al Sole 24 Ore dalla multinazionale della consulenza It Everis mostrano come la curva delle assunzioni della società si impenni proprio in corrispondenza di settembre-ottobre: una quota pari al 15% dei contratti siglati durante l'anno, sopra anche alla media del 10-11% rilevata a gennaio. «Settembre e ottobre sono un momento di ricambio fisiologico. Se a gennaio l'anno ricomincia, a settembre si stabiliscono nuovi obiettivi di business e le risorse che possono condurlo» dice al Sole 24 Ore Patrizia Manganaro, responsabile People (Risorse umane) di Everis Italia. A beneficiarne possono essere i candidati più giovani, freschi di laurea o con esperienze di due-tre anni alle spalle. Ma non è detto l'età sia un limite, anzi: «Il ricambio è tale per tutte le divisioni e le fasce anagrafiche – precisa Manganaro - Ci possono essere i più giovani, ma anche gli over 35 sono nel target».
Ma conviene firmare un contratto nel periodo più intenso dell'anno? O c'è il rischio di una competizione feroce e offerte al ribasso rispetto a ricerche più mirate? Secondo Francesca Contardi, executive nel settore delle risorse umane e docente alla Università Liuc di Castellenza, il vantaggio c'è e riguarda entrambe le parti in gioco: aziende e candidati. Per quanto riguarda le prime, «il “fervore” nelle assunzioni nasce dal fatto che siamo in chiusura di anni quindi ci sono risorse da assumere in tempi stretti. Non parlerei di una corsa, quanto di una maggiore tempestività» dice Contardi. Sul lato candidati, la questione è sia di psicologia che di calendario: l'estate offre il momento più favorevole per calibrare (o ricalibrare) le proprie ricerche, in vista di una scelta più consapevole in autunno. «Ad esempio, chi ha intenzione di cambiare lavoro può maturare una scelta più lucida durante lo “stacco” feriale – osserva Contardi - E chi ne sta cercando uno riesce a formulare una decisione più stabile su quello che sta cercando».
...e chi cercano le aziende
Meno facile capire chi (e dove) le aziende cerchino risorse. Contardi evidenzia una maggiore vivacità nei settori che si “svegliano” in vista delle stagione invernale come certi segmenti dell'alimentare, l'hotellerie o l'abbigliamento. Un preludio dei contratti stagionali che saranno firmati dopo novembre? Non proprio: in questo caso, «non si parla di contratti brevi ma di occasioni di medio e anche lungo periodo – dice Contardi - Le aziende cercano figure di rinforzo in vista delle stagioni di picco: ad esempio, risorse per marketing e logistica nel caso di food e abbigliamento, o professionisti di fascia medio-alta (come i direttori di albergo) per le strutture dell'ospitalità». Senza contare le ricerche in vista dell'anno successivo: «Se c'è bisogno di risorse per inizio 2017, bisogna selezionarle con alcuni mesi di anticipo. È così che settembre diventa anche un periodo di ponte in vista di opportunità che inizieranno con l'anno nuovo».
Quanto al mezzo per candidarsi, la scelta dipende dal tipo di lavoro e di azienda. I social network professionali, da LinkedIn in giù, restano una buona vetrina sulle opportunità disponibili. Ma il consiglio dei consulenti è di integrare con più canali possibili: dalla sezione Lavora con noi delle aziende ai social generalisti, come Twitter e Facebook. «E in certi casi, si può anche puntare direttamente sull'autocandidatura – dice Contardi – L'importante, però, è farlo solo se è possibile e non si prevede una procedura istituzionale. In quel caso diventa solo controproducente per le proprie speranze. A settembre o meno».
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