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Sotto la lente dei Pm le pressioni all’Ama per usare l’impianto di…

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l’inchiesta

Sotto la lente dei Pm le pressioni all’Ama per usare l’impianto di Cerroni

Una rete di sospette «pressioni» per affidare all’imprenditore Manlio Cerroni lo smaltimento dell’immondizia della Capitale: dalle presunte intimazioni dell’assessore Paola Muraro all’ex presidente di Ama, Daniele Fortini, fino alle sollecitazioni politiche di Cerroni, che il 2 luglio scorso invia una missiva al ministro all’Ambiente, Gian Luca Galletti, affermando che solo utilizzando il suo Tritovagliatore è possibile «scongiurare le pesantissime sanzioni dell’Ue» per infrazioni sulla gestione dei rifiuti.

Il cuore dell’indagine della Procura della Repubblica di Roma sul «sistema rifiuti» ruota proprio attorno al Tritovagliatore di Rocca Cencia, una struttura direttamente riconducibile alla Colari di Cerroni, ma formalmente affittata alla società Porcarelli. Un impianto che sulla base di due diverse delibere di Ama, a firma dell’ex direttore generale Giovanni Fiscon (imputato nel processo Mafia Capitale), può smaltire i rifiuti al costo di 175 euro per ogni tonnellata, prezzo ritenuto dalla Procura di Roma esorbitante rispetto al mercato. Lo scontro su questo stabilimento comincia da lontano, ma trova il suo epilogo nella riunione svoltasi il 28 giugno in Ama - tra Fortini, la Muraro non ancora nominata, il deputato M5S Stefano Vignaroli e l’avvocato Candido Saioni, presidente di Colari - e nelle due lettere giunte all’attenzione di Fortini: una del 29 giugno di Colari ed una del 26 luglio della Muraro, in cui si chiede l’utilizzo del Tritovagliatore per risolvere la crisi immondizia. Ma andiamo con ordine. A febbraio scorso i rifiuti di Roma sono inviati ai quattro impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb): due di proprietà della Colari in località Malagrotta (al costo di 104 euro a tonnellata), due dell’Ama, a Rocca Cencia e Salaria, dove la Muraro era referente dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) fino al 30 giugno scorso. Secondo i riscontri nei quattro Tmb ci sarebbe stato un presunto sabotaggio: lo scarico dei rifiuti sarebbe stato compiuto a rilento per creare una emergenza. Lo stesso Fortini, intervistato al programma televisivo Agorà, ha detto che «quando ti trovi in coda alla giuda di un compattatore (camion, ndr) che deve scaricare i rifiuti in un Tmb, di Cerroni o di Ama, cambia poco, e stai due ore in coda perché non riesci a svuotare il tuo carico e non puoi tornare a fare un altro turno di raccolta, ti viene la rabbia». A questo si aggiunga lo stop al Dipartimento rifiuti della Regione dell’appalto vinto dalla società tedesca Enki, che al costo di 136 euro per tonnellata era pronta a fare quello che avrebbe fatto il Tritovagliatore di Colari a 175 euro. Da febbraio si arriva all’8 giugno: Colari invia una missiva, anche al prefetto Tronca, chiedendo per quale motivo «si cerca la disponibilità di impianti fuori regione, anche all’estero, senza prima utilizzare gli impianti ubicati in regione», riferendosi al proprio Tritovagliatore. L’allora presidente di Ama Fortini, non ci sta: quell’impianto è già sotto inchiesta alla Procura di Roma, in quanto non ha le dovute autorizzazioni e il costo è eccessivo rispetto alla media del mercato. Ora non resta che appurare se dietro tutta questa vicenda sia stato compiuto un reato finalizzato a favorire Cerroni.

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