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Rifiuti, per i pm l’impianto è «abusivo»

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l’inchiesta

Rifiuti, per i pm l’impianto è «abusivo»

Un impianto sostanzialmente «abusivo». Il tritovagliatore dell’imprenditore Manlio Cerroni, quello che l’assessore M5S Paola Muraro aveva imposto di utilizzare per risolvere la crisi immondizia della Capitale, doveva sorgere - stando a una determina della Regione Lazio del 2010 - nel complesso industriale di Malagrotta e non a circa 30 chilometri di distanza, in località Rocca Cencia.

Un modo, per la Procura di Roma, attraverso cui Cerroni intendeva aggirare la normativa regionale, che imponeva un costo di 104 euro per ogni tonnellata di rifiuto trattato, invece dei 175 euro ottenuti attraverso Giovanni Fiscon, l’ex direttore generale di Ama. L’indagine del pm Alberto Galanti e dei carabinieri del Noe, disegna un presunto «sistema», al cui interno avrebbero operato soggetti istituzionali che a partire dal 2011 avrebbero creato un vantaggio al ras dei rifiuti, Cerroni.

Gli accertamenti sono in una fase delicata, perché potrebbero far precipitare la posizione dell'assessore Muraro, già indagata nella precedente funzione di consulente Ama, ma che ora rischia un’accusa in qualità di assessore, con la presunta ipotesi di aver voluto creare un vantaggio a Cerroni e alla sua impresa, la Colari. Ma andiamo con ordine. Da anni la Colari gestisce un complesso industriale a Malagrotta che smaltisce i rifiuti della Capitale. All’interno, oltre all’ex discarica (più grande d'Europa), ci sono anche due impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb) che smaltiscono, al costo di 104 euro per ogni tonnellata di rifiuto (imposto dalla Regione Lazio), l’immondizia di Roma. Nel 2010 l’Unione europea minaccia sanzioni all'Italia, chiede che siano avviati impianti per la sostanziale distruzione dei rifiuti. Di lì a poco la Regione emette una delibera: afferma che è necessaria la costruzione di un tritovagliatore all’interno del complesso di Malagrotta, dove Cerroni avrebbe potuto ottenere esclusivamente i 104 euro per tonnellata di rifiuto trattato. A marzo 2011 Colari invia una nota alla Provincia, chiede di realizzare un centro di trasferenza a Rocca Cencia, per smistare i rifiuti. L’autorizzazione arriva. Due anni dopo, nel 2013, Cerroni fa una nuova richiesta: vuole trasformare l’impianto di trasferenza in tritovagliatore. Secondo la Procura, quest’ultimo impianto, autorizzato nel 2013, è «illecito», in quanto sarebbe dovuto sorgere all’interno del complesso di Malagrotta. Il difensore di Cerroni, l’avvocato Alessandro Diddi, nega che ci siano stati illeciti. In una controdenuncia afferma che sulla base dei documenti amministrativi «è evidente che l’affermazione secondo cui l’impianto di Rocca Cencia sarebbe stato realizzato in quel luogo sulla base di un’attività artificiosa è totalmente falsa».

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