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4 MAGGIO 1998IL DOCUMENTO

L’intervista a Ciampi dopo la nascita dell’euro: «Ora un Governo economico europeo»

(Reuters)
(Reuters)

Pubblichiamo l’intervista di Dino Pesole all’allora ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi al termine dello storico vertice Ecofin che fissò le parità tra le monete formalizzando così la nascita dell’euro. L’intervista è uscita sul Sole 24 Ore del 4 maggio 1998.

È domenica mattina e l'euro, seppur tra le nebbie del lungo braccio di ferro sulla presidenza della superbanca, ha visto da poche ore finalmente la luce. L'Ecofin, come previsto, ha fissato le parità bilaterali irrevocabili tra le monete, ma qui nei palazzi dell'Europa ancora si avvertono gli echi della lunga battaglia notturna tra francesi e tedeschi.

«Certo - ammette Carlo Azeglio Ciampi - ne avremmo fatto volentieri a meno ma nessuno, posso garantirlo, ha mai messo in discussione in queste ore la sostanza della creazione della moneta unica». L'Italia in ogni caso è nell'euro e Ciampi raccoglie i frutti della lunga azione perseguita con determinazione per agganciare il treno dell'Europa. E non nasconde la sua soddisfazione per la nomina di Tommaso Padoa-Schioppa nel board della superbanca: «È persona di grande valore di cui il presidente Prodi e il sottoscritto hanno grande stima».

Eppure i contrasti tra francesi e tedeschi paiono gettare un'ombra su un avvenimento che in effetti ha una portata storica. Vi saranno ripercussioni sui mercati?
Non prevedo alcuna reazione negativa sui mercati, poichè le parità fissate per l'Italia sono quelle del novembre ’96. Con quel livello di cambio abbiamo un avanzo della bilancia dei pagamenti pari al 4% del Pil, il che offre al nostro Paese un buon margine di competitività. Sta a noi mantenerlo.

Il compromesso sulla Bce non rischia di ritardare ancor più il processo di integrazione politica in Europa?
Guardi, vorrei ricordare quanto ha detto il cancelliere dello Scacchiere, Gordon Brown, nel chiudere la seconda riunione dell'Ecofin. Ha sottolineato il valore storico di quanto è stato deciso, e lo ha fatto con forza e convinzione, ancor più apprezzabile se si considera che tale giudizio viene dal rappresentante di un Paese che non prende parte almeno per ora alla moneta unica. Questa per me è la migliore risposta agli interrogativi che vengono posti sull'esito del Consiglio europeo.

L'euro vede la luce nel pieno convincimento dei Paesi che vi prendono parte. Del resto, che la soluzione fosse vicina lo ha scritto sabato mattina il Financial Times. Il passaggio successivo dovrebbe essere ora quello di creare un vero governo dell'economia europea che crei una sorta di contrappeso politico ai poteri che vanno concentrandosi nella Bce. Il sentiero è tracciato.

La strada potrebbe essere il rafforzamento dell'Ecofin, il consiglio informale Euro-Undici, poi resta in piedi la proposta italiana che mira a far sì che il patto di stabilità divenga sempre più l'occasione per considerare gli effetti economici della politica di bilancio nei singoli Paesi. Il roccioso ministro delle Finanze, Gerrit Zalm, nel primo Ecofin di venerdì ha parlato in italiano per offrire una testimonianza tangibile del proprio mutato atteggiamento nei confronti del nostro Paese.

Solo immagine oppure vi è della sostanza?
Non è stata una battuta. Zalm a un certo punto della riunione ha preso la parola e ha detto: «Ora desidero parlare in italiano per esprimere il mio apprezzamento al ministro Ciampi». Io non potevo rispondere in olandese per ricambiare la cortesia, ma anche lui il suo discorso in italiano se l'era preparato! Fuori dalle battute si tratta di un gesto molto importante che risponde anche alle caratteristiche del personaggio, che com'è noto è molto vivace e pronto alle improvvisazioni. Zalm ha chiarito che il suo non è mai stato un punto di vista antitaliano ma che i suoi rilievi muovevano tutti dalla necessità di garantire rigore e stabilità all'Unione monetaria.

Nessuna richiesta aggiuntiva è giunta all'Italia perchè acceleri il percorso di rientro dal debito?
Il documento finale approvato venerdì dice con chiarezza, anche rispetto ai testi intermedi apparsi in questi giorni, che non sono previste condizioni aggiuntive o particolari nei confronti del nostro Paese.

La Bce nasce veramente forte e potente come ha detto Prodi al termine del Consiglio europeo?
Vede il problema è credere oppure no nelle istituzioni. Io da sempre credo nelle istituzioni. Ho letto con grande interesse l'articolo scritto qualche giorno fa dal cardinale Martini sul Corriere della Sera. Lui ha usato la parola responsabilità, io preferisco parlare di coerenza. In ogni caso per me il richiamo ai valori civili e morali è fondamentale. E poi per tornare al mio terreno, se la Bce funziona pagheremo meno interessi. Le sembra poco?

Nel primo passaggio parlamentare del Dpef, si è registrata un'ampia maggioranza anche in virtù del sostegno dell'Udr di Cossiga. Auspica un sostegno più consistente in aula?
Ben venga. Nella riunione dell'Ecofin ho citato testualmente la dichiarazione con cui l'opposizione ha motivato il suo voto: pur schierandosi contro il documento, ha sostenuto di essere d'accordo sugli obiettivi e sul piano di rientro del debito. E anche questa per me è una novità di grande rilievo nella vita politica italiana. L'ho detto più volte e lo confermo: l'Europa è nel sangue degli italiani, e i partiti non possono che riflettere questa realtà.

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