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Brexit, Camera dei Lord contro May

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Brexit, Camera dei Lord contro May

  • –Nicoletta Degli Innocenti

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a luna di miele è finita: ora Theresa May deve combattere la battaglia su Brexit su diversi fronti. Il segnale della fine della tregua estiva è venuto dalla Camera dei Lord, che ha criticato la decisione della premier di gestire l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea senza coinvolgere il Parlamento.

Un rapporto della Commissione Costituzionale della House of Lords sostiene che il Governo britannico dovrebbe ottenere l’approvazione del Parlamento prima di invocare l’articolo 50 dei Trattati e avviare i negoziati formali di uscita dalla Ue. Procedere senza consultare Westminster creerebbe un «precedente preoccupante» e sarebbe «costituzionalmente dubbio», secondo la Commissione.

La May ha ribadito che il suo Governo è sovrano e può agire senza il via libera del Parlamento. «Questa è una decisione che spetta al Governo, - ha detto la portavoce della premier. – Entrambi i rami del Parlamento hanno deciso di porre la decisione se restare o meno membri della Ue nelle mani del popolo britannico e ora è tempo di procedere e renderla realtà». Il Governo, secondo la posizione della May, ha il dovere di rispettare la volontà della maggioranza degli elettori,che è stata espressa con chiarezza il 23 giugno, con il 52% dei voti a favore di Brexit.

Il dibattito sul ruolo del Parlamento dopo il referendum era partito subito dopo l’esito inatteso del voto. Costituzionalisti ed esperti di legge sono divisi in materia. Alcuni sostengono la teoria della May che il Governo ha il potere di procedere invocando la “prerogativa reale”, cioè la facoltà di governare per conto della Regina. Altri invece dichiarano che il Parlamento è sempre sovrano e una decisione di tale portata storica non può essere presa senza l’approvazione formale dei rappresentanti del popolo.

La questione arriverà anche in tribunale, dato che un gruppo di esperti rappresentati da uno degli studi legali più prestigiosi del Paese ha avviato una causa all’Alta Corte, sostenendo che se la premier dovesse invocare l’articolo 50 senza l’approvazione del Parlamento agirebbe oltre i suoi legittimi poteri. Il giudice ha già dichiarato che il caso è «di grande importanza costituzionale» e potrebbe passare alla Corte Suprema entro l’anno.

Il partito conservatore ha la maggioranza in Parlamento, ma gran parte dei deputati hanno votato a favore di restare nella Ue. La Camera dei Lord rappresenta un ostacolo ancora maggiore, perchè è a maggioranza laburista e inoltre numerosi Lord conservatori sono contrari a Brexit.

Quella sul ruolo del Parlamento è solo una delle numerose polemiche sui tempi, i modi e i contenuti di Brexit. C’è un dibattito aperto sui tempi, se avviare i negoziati il prima possibile oppure se attendere il prossimo anno, forse anche dopo le elezioni in Germania. Il Paese, il Governo e il partito conservatore sono inoltre divisi sulla strada migliore da imboccare: se tentare di mantenere rapporti il più stretti possibili con la Ue, oppure se tagliare i ponti e uscire dal mercato unico.

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