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Editoria: ok Senato con 154 sì, torna alla Camera

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disegno di legge

Editoria: ok Senato con 154 sì, torna alla Camera

Via libera da parte dell'Aula del Senato al ddl sull'editoria. I sì sono stati 154, 36 i no e 46 gli astenuti. Il provvedimento, dopo le modifiche apportate da palazzo
Madama, torna in terza lettura all'esame della Camera.

Tra le principali novità approvate dall'Aula del Senato, c'è il tetto di 240mila euro agli stipendi di amministratori, dipendenti e consulenti della Rai in qualità di concessionario del servizio pubblico. Inoltre è stato previsto che il superamento dello stesso tetto per gli stipendi di dipendenti e consulenti farà scattare una riduzione dei contributi pubblici per le imprese editrici.

A favore hanno votato Pd, Sinistra Italiana, Area popolare, Ala, Per le autonomie-Psi-Maie. Contrari M5s. Astensione da Forza Italia, Lega nord, Cor. Il senatore Roberto Calderoli, in dissenso dal gruppo, ha votato no. Voto contrario, in dissenso dal gruppo, anche dal senatore Mario Mauro (Gal).

Lotti-Giacomelli: ora tempi rapidi Camera su riforma editoria
«Siamo molto soddisfatti dell'approvazione in Senato del ddl delega sull'editoria con importanti novità. Ora tempi rapidi per l'approvazione definitiva alla Camera e per i decreti delegati» sottolineano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria Luca Lotti e il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni Antonello Giacomelli commentando il via libera del Senato.

Alcuni dei punti principali contenuti nel disegno di legge
L'art. 1, istituisce il Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, alimentato da risorse statali gia' destinate all'editoria e all'emittenza locale, da un contributo di solidarieta' a carico delle societa' concessionarie di raccolta pubblicitaria e per una parte, fino a un massimo di cento milioni, dalle maggiori entrate del canone Rai. Sono ammesse al finanziamento le cooperative di giornalisti, gli enti senza fini di lucro, le imprese editrici espressione delle minoranze linguistiche, i periodici per non vedenti, le associazioni per i consumatori, i giornali in lingua italiana diffusi all'estero.

L'art. 2, conferisce deleghe al Governo per ridefinire la disciplina del sostegno pubblico per il settore dell'editoria e dell'emittenza locale, per riordinare la disciplina pensionistica dei giornalisti, che dovra' allinearsi con la disciplina generale, e per razionalizzare composizione e competenze del Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti.
L'art. 3, detta disposizioni per il riordino dei contributi alle imprese editrici; l'art. 4 introduce un riferimento all'equo compenso dei giornalisti; l'art. 5 punisce l'esercizio abusivo della professione di giornalista; l'art. 6 detta nuove disposizioni per la vendita dei giornali, prevedendo la liberalizzazione degli orari e dei punti vendita.

La Commissione ha previsto un parere parlamentare rinforzato sul decreto che definisce requisiti e modalita' dei finanziamenti; ha fissato in 60, anziche' 36, il numero massimo dei componenti del Consiglio dell'ordine dei giornalisti, del quale deve far parte un rappresentante delle minoranze linguistiche; ha previsto che la prima rata del contributo sia pari al 50 per cento; ha introdotto l'articolo 6-bis, in base al quale l'affidamento in concessione del servizio pubblico radifonico, televiso e multimediale ha durata decennale ed e' preceduto da una consultazione pubblica sugli obblighi del servizio.

«La nuova legge sull'editoria approvata oggi non solo garantirà risorse e una riorganizzazione normativa necessaria per il settore, ma getta anche le basi per avviare una riforma complessiva del sistema delle comunicazioni dando così una prospettiva alle imprese che vivono una situazione di crisi» ha sottolineato il senatore del Partito democratico Roberto Cociancich, relatore del provvedimento.

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