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Raggi va avanti, a gennaio il «tagliando»

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Raggi va avanti, a gennaio il «tagliando»

La tregua è siglata e il M5S prova a risalire la china: Virginia Raggi annuncerà il no alle Olimpiadi la prossima settimana, come da programma e come promesso in campagna elettorale. La condizione posta da Beppe Grillo per blindare la sindaca di Roma dagli attacchi degli ortodossi è rispettata, un “tagliando” arriverà a gennaio. Ma le acque restano agitate, con la giunta capitolina ancora da completare (il nome del nuovo assessore al Bilancio ancora non c’è: l’ex ragioniere generale dello Stato Mario Canzio resta in pole, ma la ricerca continua), il direttorio sul viale del tramonto e la nuova organizzazione da definire. E il caso del primo cittadino di Parma, Federico Pizzarotti, che riesplode dopo la decisione della procura di archiviare il procedimento a suo carico per le nomine al Teatro Regio.

«L’indagine era una scusa per sospendermi»», ha tuonato il sindaco: «Il direttorio venga a Parma a chiarire». «Sul suo reintegro decide Grillo, garante del M5S», ha tagliato corto il deputato Roberto Fico, che oggi terrà un comizio a Napoli per il no al referendum sulle riforme. Nelle stesse ore Luigi Di Maio (che ieri è tornato ad attaccare il premier Renzi elencando i «dieci motivi per cui deve chiedere scusa agli italiani», tra cui «la legge elettorale ad partitum») sarà con Alessandro Di Battista a Catania.

Sul fronte romano, con un post su Facebook condiviso sul blog di Grillo, ieri Raggi ha chiarito: «Andiamo avanti, con coraggio. Tutti insieme cambieremo Roma e il Paese». La sindaca ha rivendicato i «cambiamenti diventati realtà» in questi due mesi: dal bando periferie ai 18 milioni stanziati per l’avvio della manutenzione dei treni della metro A, dallo sblocco dell’acquisto in leasing di 150 nuovi bus (i primi 40 arriveranno entro novembre) alla pulizia della città, dall’assestamento di bilancio al tavolo per disciplinare l’uso del patrimonio indisponibile del comune. Tra i grandi eventi sportivi che la città ospiterà, Raggi non ha citato Roma 2024, che scompare dai radar. «Sono i nostri valori: il M5S non si ferma davanti alle difficoltà e agli attacchi quotidiani di chi ci teme», è il suggello dell’armistizio. Smentita seccamente dal capogruppo Cinque Stelle in consiglio comunale, Paolo Ferrara, la notizia apparsa su alcuni quotidiani secondo cui 12 consiglieri sarebbero pronti alla sfiducia: «È falsa». «Una bufala totale», ha rincarato il vicesindaco Daniele Frongia.

L’amministrazione tiene. Oggi la sindaca sarà alla camera ardente di Carlo Azeglio Ciampi, poi celebrerà in Campidoglio la prima unione civile. Ma per superare l’impasse bisogna chiudere in fretta la partita delle nomine: il Bilancio, la delega alle Partecipate, il capo di gabinetto, l’amministratore unico di Ama, la municipalizzata dei rifiuti. Si cerca anche il profilo adatto per sostituire l’assessora all’Ambiente Paola Muraro, in attesa di nuove mosse dalla procura. Martedì è convocato il consiglio comunale: entro quella data almeno il sostituto di Minenna dovrà arrivare.

Ieri la giunta ha avviato l’esame della due diligence su tutte le delibere da cui dovrebbe scaturire un taglio ai compensi incongrui, tra cui quello del capo segreteria Salvatore Romeo. E Raffaele Marra, l’altro fedelissimo di Raggi e Frongia ora a capo delle risorse umane del Campidoglio, definito da Roberta Lombardi «il virus che ha infettato il Movimento», ha annunciato querele contro le «molteplici calunnie» apparse sulla stampa. «La mia nomina - ha affermato - non solo non è illegittima ma non è stato richiesto alcun parere all’Anac. Inoltre preciso di non avere beneficiato di alcuno sconto per l’acquisto di proprietà immobiliari».

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