Italia

La Consulta rinvia ad altra data l’esame dell’Italicum

  • Abbonati
  • Accedi
CORTE COSTITUZIONALE

La Consulta rinvia ad altra data l’esame dell’Italicum

Il Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, sentito il collegio, ha deciso di rinviare a nuovo ruolo la trattazione delle questioni di legittimità costituzionale sollevate dai Tribunali di Messina e Torino in merito alla legge n, 52/2015, meglio nota come Italicum, da tempo all’ordine del giorno dell'udienza pubblica del 4 ottobre prossimo. Il termine più probabile per lo slittamento dell'esame, che evidenzia la volontà di tenere distinta la valutazione della Consulta dal dibattito referendario, è per metà gennaio del 2017.

Favorevoli e contrari
La decisione, annunciata dalla Corte con una nota, segue al confronto interno alla stessa Consulta, in corso da diversi giorni, tra i giudici favorevoli al rinvio della discussione (soprattutto per la difficoltà di valutare il nuovo sistema elettorale per la Camera dei deputati entrato in vigore a luglio senza sapere quello dei senatori, che dipende dall'esito del referendum) e chi avrebbe preferito mantenere la tabella di marcia già decisa, confermando l'esame dell’Italicum nell'udienza di inizio ottobre. Al primo gruppo, secondo i rumors e con beneficio d'inventario, apparterrebbero in particolare i giudici provenienti dal mondo accademico (Giuliano Amato, Augusto Barbera, Nicolò Zanon, che è anche il relatore della causa, Marta Cartabia, Silvana Sciarra, e Daria De Pretis), al secondo i giudici provenienti dalle supreme magistrature, in cui ci sono Alessandro Criscuolo, Giorgio Lattanzi, Aldo Carosi, Mario Rosario Morelli, e Giancarlo Coraggio, che sarebbero scettici, con gradazioni diverse, sulla solidità giuridica dell'Italicum.

Le ragioni processuali e sostanziali per lo slittamento
A sostegno dello slittamento, secondo alcuni osservatori della Corte, ci sono specifici aspetti processuali, come il fatto che entrambe le ordinanze di Torino e Messina che hanno portato la legge elettorale davanti alla Consulta siano state azionate da ricorsi che precedono di molti mesi il momento in cui l'Italicum è diventato applicabile (luglio 2016). In altre parole, la presentazione “anticipata”, in un momento in cui l'Italicum non era ancora concretamente utilizzabile, inficerebbe parzialmente i ricorsi. Situazione che potrebbe essere “sanata” se l'esame avverrà ad urne referendarie chiuse, quando cioè gli elettori si saranno espressi sul ddl Boschi che introduce un nuovo contesto istituzionale rispetto al quale l'Italicum ha una diretta corrispondenza. Evitando di esprimersi ad ottobre, la Corte eviterebbe anche di influenzare la volontà degli elettori, rinviando l'esame di una legge elettorale che potenzialmente, in caso di vittoria del No, potrebbe non corrispondere più al quadro istituzionale di fondo.

Renzi: bene Consulta, referendum non riguarda Italicum
«Il referendum costituzionale non riguarda la legge elettorale. E considero questo fatto molto positivo perché ora possiamo discutere nel merito della
riduzione dei parlamentari, del superamento del bicameralismo perfetto, dell'abolizione del Cnel e dei poteri delle Regioni». Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a margine dell'evento di premiazione del Global Citizen Award a New York, ha risposto a una domanda sulla decisione della Corte Costituzionale di rinviare l’esame della legge elettorale.

Brunetta (FI): dalla Corte gigantesco favore a Renzi
«La Corte Costituzionale ha fatto un enorme, gigantesco favore al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sia in termini di immagine che di consenso, evitandogli una clamorosa bocciatura a poco più di un mese dal voto referendario». Lo scrive su Facebook Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. «Certo, sarebbe stata una bella botta per il premier mai eletto. Una bella botta alla sua già vacillante credibilità. Andare al voto sulla riforma costituzionale con la bocciatura dell'Italicum da parte della Consulta sarebbe stato un “bagno di sangue”».

© Riproduzione riservata