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«Il mio giornale? Costi contenuti e mai pregiudizi»

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«Il mio giornale? Costi contenuti e mai pregiudizi»

  • –Mariolina Sesto

ROMA

«La mia Verità? È un’iniziativa coraggiosa. Ho ancora la passione per pubblicare le notizie e non per nasconderle». È un Maurizio Belpietro d’attacco quello che da tre giorni guida il nuovo quotidiano «La Verità», dopo aver lasciato solo quattro mesi fa la direzione di Libero.

Direttore, con un mercato editoriale in crisi, la sua non è un’iniziativa un po’ temeraria?

«No, a me sembra un’iniziativa coraggiosa. Penso che ci siano ancora spazi per fare informazione, purché con costi contenuti e con innovazioni. Anche i settori maturi, se vi si investe con un po’ di fantasia, possono rivelarsi interessanti».

Dai primi numeri del quotidiano sembra che lei stia consumando la sua vendetta nei confronti di Renzi...

«Io non ho nulla di cui vendicarmi. La Verità non nasce da una questione personale. Nasce dalla volontà di fare un’informazione che non sia piegata a interessi politici o economici, un’informazione che non debba rispondere a padroni o padrini. E vedrà che ci sarà spazio per raccontare di tutto, non solo il presidente del consiglio ma tutto ciò che interessa i cittadini».

Lei dice di volersi ispirare al giornalismo del New York Times, in che senso?

«Spesso ci sono notizie che si pubblicano per interesse degli editori e non perché interessano i cittadini. Ecco, per me il New York Times è il paladino di quel giornalismo che resiste a ogni tentativo di condizionamento. Ho ancora la passione per pubblicare le notizie e non per nasconderle. Sarà anche per questo che è la seconda volta che mi capita di essere messo alla porta...».

Nel suo secondo editoriale lei ha preso pubblicamente le distanze da Stefano Parisi. Quale sarà la sua linea politica?

«Nel mio editoriale ho voluto dare dei consigli a Parisi. In politica bisogna avere i voti, occorre sottoporsi al giudizio degli elettori. Senza questo giudizio, il centrodestra rischia di andare incontro al “generale declino” e alla lite perpetua. E non è questo il rassemblement del centrodestra che chiedono gli elettori».

Se oggi ci fossero le primarie del centrodestra, lei per chi voterebbe?

«In questo momento non mi convince nessuno. Parisi, Meloni e gli altri devono prima dirci come vogliono cambiare la burocrazia, la giustizia, come vogliono rendere moderna l’Italia. Su Parisi mi chiedo: ma i voti ce li ha? Ha il mandato per federare il centrodestra? Per ora non ho idee chiarissime in proposito. Come vede, non siamo né pregiudizialmente per qualcuno, né contro qualcuno».

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