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Tagliando del governo con approccio pragmatico

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l’analisi

Tagliando del governo con approccio pragmatico

Il governo fa il tagliando al Jobs act, cercando di dare una risposta con misure “ponte”, alle richieste che arrivano dalle parti sociali e alle preoccupazioni dei lavoratori, in un contesto ancora caratterizzato da grandi incertezze sul fronte occupazionale. Non è stato un parto facile, soprattutto a causa dei problemi di copertura, tanto è vero che il decreto era stato più volte annunciato per essere poi ritirato all’ultimo momento, e si è arrivati al consiglio dei ministri di ieri, alla vigilia della decadenza del Dlgs per il via libera finale che avverrà dopo la firma del capo dello Stato.

Una misura ad hoc è destinata alle imprese operanti nelle aree di crisi industriale complessa: per i lavoratori che beneficiano di un intervento di integrazione salariale straordinaria in scadenza o scaduto, nel periodo che va dallo scorso 1° luglio al 31 dicembre, è concesso un sostegno fino al limite massimo di 12 mesi. A condizione che l’impresa presenti un piano di recupero con percorsi di politiche attive del lavoro concordate con le Regioni per la rioccupazione dei lavoratori. Sarà sufficiente? A sollecitare un allungamento della copertura degli ammortizzatori sociali, e l’affiancamento con interventi di politiche attive, erano state le stesse parti sociali, nel documento congiunto firmato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, lo scorso 1° settembre.

Il problema è che le politiche attive del lavoro faticano a decollare. A quasi due anni dalla legge 183 che l’ha istituita, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro sta ancora completando la dotazione organica e l’infrastruttura informatica, per essere pronta - entro la fine dell’anno - ad erogare l’assegno di ricollocazione ai disoccupati che si iscriveranno sul sito (che sarà disponibile nelle prossime settimane). L’Anpal potrà contare sulle competenze del personale dell’Isfol: per favorire il passaggio il Dlgs chiarisce che a questo personale continuerà ad essere applicato il contratto nazionale dell’ente di provenienza. Viene anche chiarito che l’Anpal prenderà in carico le attività (già in capo al ministero del Lavoro) di promozione e coordinamento dei programmi formativi dei disoccupati per la riqualificazione professionale, l’autoimpiego e l’inserimento lavorativo. Altro tassello, l’Isfol che cambia denominazine in istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) per occuparsi di monitoraggio e valutazione. A questo punto occorre procedere spediti per recuperare il tempo perso.

Infine i voucher: il governo non intende demonizzare lo strumento, nella convinzione che attraverso la tracciabilità e le sanzioni amministrative si possano evitare gli abusi. Ha prevalso un approccio non ideologico, ma pragmatico.

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