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All’Anas 800 milioni per il contenzioso, spunta il nodo-assunzioni

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All’Anas 800 milioni per il contenzioso, spunta il nodo-assunzioni

  • –Alessandro Arona

ROMA

La legge di stabilità e il decreto legge che il governo sta preparando sugli investimenti dovrebbero aiutare l’anas a risolvere diversi problemi e portare l’azienda verso l’autonomia finanziaria e la fusione con Fs.Nel decreto legge ci sarà lo sblocco normativo di 800 milioni già in cassa all'Anas (risparmi da minori oneri finanziari sui mutui) che la società strade utilizzerà per risolvere il contenzioso in corso con le imprese. «Il contenzioso è aumentato - spiega il presidente della società Gianni Armani - siamo circa a 10 miliardi di euro. Credo che 800 milioni sia una cifra sufficiente per chiudere le dispute».

Ma l’Anas oggi è alle prese con un altro problema appena nato: il blocco delle assunzioni per effetto del decreto Madia, che ha equiparato l’azienda nazionale alle altre partecipate soggette al provvedimento. Si ferma dunque, sul nascere, il programma lanciato nel giugno scorso dal presidente Armani per acquisire stabilmente mille persone, 900 per migliorare e internalizzare l’attività di manutenzione e sorveglianza delle strade, e circa 100 ingegneri per potenziare la struttura interna di progettazione. Si sta cercando una soluzione che pure potrebbe trovare posto in stabilità.

Il blocco delle assunzioni è operativo dal 23 settembre, giorno dell'entrata in vigore del decreto Madia sulle società pubbliche partecipate (Dlgs 19 agosto 2016 n. 175): fino al 30 giugno 2018 tutte le società a controllo pubblico «non possono procedere a nuove assunzioni a tempo indeterminato, se non attingendo dagli elenchi» del personale in esubero, che le società pubbliche dovranno elaborare entro sei mesi sulla base di un decreto del ministero dell'Economia (Mef). Se serve personale tecnico specializzato, non trovabile negli elenchi, è possibile chiedere autorizzazioni al Mef (per le società statali), sempre dopo il decreto. «Nelle more di questa complessa procedura - spiega Armani al Sole 24 Ore - non sappiamo cosa fare e il piano di assunzioni si è bloccato. Dovremo fare un interpello al Mef».

Contro questa norma Armani si è battuto a viso aperto per mesi, fin dalla prima versione del Dlgs, nel gennaio scorso. Nell'audizione del 16 febbraio in commissione lavori pubblici del Senato aveva spiegato che con le norme Madia si sarebbe bloccato non solo il piano di assunzioni ma anche tutto il processo in corso per rinnovare i dirigenti e risolvere il contenzioso monstre dell’Anas con le imprese (circa 10 miliardi di euro).

«Ho provato a dirlo in tutti i modi – conferma oggi Armani - alla fine non ho capito perché non è stato possibile escludere l'Anas». Il blocco alle assunzioni e gli altri vincoli del decreto Madia non si applicano infatti alle società pubbliche quotate e anche a quelle che hanno emesso strumenti finanziari (come le obbligazioni) quotate. In questo secondo gruppo rientrano ad esempio Fs Italiane e Cassa depositi, e puntava a rientrare anche l'Anas, sia per i motivi sostanziali illustrati sopra sia in forza del fatto che quest'anno la controllata Cav ha emesso project bond per il rifinanziamento del Passante di Mestre. Ma non è bastato per convincere il Mef. Quest'anno l'Anas ha assunto solo 30 persone (15 nei giorni prima del 23 settembre), di cui 10 ingegneri. «Il piano da 1.000 assunzioni - spiega Armani - non si poteva fare in tre mesi, era pluriennale»

Il presidente Anas guarda comunque al futuro. Fa passi avanti il piano del governo per dare autonomia finanziaria all’Anas e incorporarla nel Gruppo Fs.«Nel gruppo di lavoro tra noi, Fs, Mef e Mit - spiega Armani - siamo arrivati questa estate a una soluzione per dare autonomia finanziaria all’Anas. Nel contratto di programma con lo Stato, che dovremo fare entro l’anno, si stabilirà che le entrate dallo Stato sono un “corrispettivo” per il servizio, e dunque devono essere variabili, in base a tre fattori: il pedaggio ombra (cioè il traffico effettivo misurato sulla rete Anas), un parametro di qualità della gestione, gli investimenti. Questo ci permetterebbe di contabilizzare le entrate come “da mercato” e dunque di uscire dalla Pa». «A quel punto - prosegue Armani - potremo confluire nel gruppo Fs, con grandi sinergie industriali nella programmazione e progettazione delle infrastrutture nazionali». Prima dovrà arrivare il contratto, poi la fusione.

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