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Pochi giovani al comando

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Pochi giovani al comando

La classe dirigente italiana? È tra le più vecchie d’Europa. Non basta avere un presidente del Consiglio tra i più giovani del continente e una schiera di parlamentari ringiovaniti dal mantra della rottamazione. Tra sindacalisti, banchieri, dirigenti e consiglieri d’amministrazione, l’Italia - lo sapevamo - non è un paese per giovani.

Cominciamo dal settore privato. Secondo gli ultimi dati raccolti da Manageritalia, i 113mila dirigenti d’azienda che ci sono oggi in Italia hanno un’età media di 49,9 anni. Le dirigenti donne, per la verità, riescono ad abbassare un po’ l’asticella: in media hanno 47,5 anni. Peccato però che siano poco più del 15% del totale. Nel 2008 Manageritalia condusse un’indagine comparativa dell’età dei dirigenti nei principali Paesi europei: ebbene otto anni fa la media italiana - che era addirittura più bassa di quella odierna, 47 anni contro 49,9 - era la peggiore del continente. In Irlanda i dirigenti più giovani: in media, 41,8 anni; seguivano il Belgio con 43,4, il Portogallo con 43,7, la Francia con 44, il Regno Unito con 44,2.

Nei Cda delle aziende quotate in Borsa, si legge nei rapporti della Consob, la situazione è ancora peggiore. In media, i consiglieri d’amministrazione italiani hanno 57 anni, sono laureati nell’85% dei casi, sono manager nel 73% e sono donne solo per il 23%. Ancora una volta, l’età media della componente rosa è più bassa della quota azzurra: 53 anni contro, appunto, 57.

La politica in parte ci salva. Il terremoto 5 Stelle al Parlamento italiano un merito lo ha avuto, quello di abbassare l’età media dei nostri deputati e dei nostri senatori. Per l’esattezza, secondo i dati dell’Istat, con le elezioni del 2013 alla Camera si è passati da una media di 50,2 a una di 47,2 anni, mentre al Senato si è passati da 60,3 a 55,3 anni. L’età media generale è dunque scesa a 49,9 anni, piuttosto in linea con quella degli eletti all’ultima tornata del Parlamento europeo (era il maggio del 2014), che è di 47,8 anni. Se non i vincoli di bilancio, insomma, almeno la rottamazione ci ha messo in linea con il resto dell’Unione europea. I parlamentari italiani più giovani? Sono quelli delle Marche (45,9 anni in media), mentre i più vecchi sono i valdostani (52,5 anni).

Dove però esprimiamo al peggio la nostra incapacità di svecchiare - che fa rima con rinnovare - la classe dirigente italiana è il mondo delle banche da un lato e quello delle imprese di Stato (cioè a partecipazione statale) dall’altro: ben 69 anni l’età media nel primo caso, 62 nel secondo (fonte Coldiretti). In entrambi i casi, siamo oltre il tetto dei 60.

L’elite italiana è indiscutibilmente la più vecchia d’Europa. Già nel volume «Generare classe dirigente», Carlo Carboni lo dimostrava chiaramente, quando riportava l’incidenza degli over 70 su ciascuna professione dentro alla classe dirigente, Paese per Paese. I sindacalisti italiani sopra i 70 anni, tanto per fare qualche esempio, sono il 60% del totale, mentre in Gran Bretagna sono solo il 40%, e stiamo parlando del Paese europeo che dopo di noi è messo peggio. Più del 45% dei nostri diplomatici ha più di 70 anni, mentre in Spagna raggiunge una simile età solo il 19,4% di chi intraprende la carriera internazionale. I politici con cariche locali? Da noi più del 40% supera i 70, mentre in Germania, in Francia e nei Paesi scandinavi i più vecchi non arrivano al 20% del totale.

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