
Dopo una lunga melina, il Governo ha scelto oggi la data dell'atteso referendum confermativo sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi: si voterà domenica 4 dicembre. Il Consiglio dei ministri, riunitosi per meno di mezz’ora nel pomeriggio, ha individuato la data “giusta” scegliendo l’ultima possibile nella “forbice” dei giorni utili per il voto, tra i l 27 novembre e appunto il 4 dicembre, già indicate come «possibili» dal premier Matteo Renzi durante una recente intervista.
La Newsletter di Renzi: «Questa Italia deve cambiare»
«Questa Italia deve cambiare, non può rimanere ostaggio dei soliti noti, della solita palude che ha bloccato la crescita dell'ultimo ventennio» e «il risultato del referendum non dipende tanto da me, ma da tutti voi». Fissata la data del referendum, Renzi ha subito diffuso la notizia tra gli iscritti alla sua Newsletter - in gran parte dedicata alla domenica referendaria di inizio dicembre - premessa al suo impegno a tempo pieno per la riuscita della campagna per il Sì. L'appuntamento per il lancio della campagna pro riforma è infatti per giovedì 29 settembre alle ore 21 all'ObiHall di Firenze, a otto anni esatti dall'inizio della sua corsa a primo cittadino della città toscana.
Il premier ai simpatizzanti: «La partita è adesso e non tornerà»
Nella lettera ai suoi simpatizzanti Renzi sottolinea ancora una volta l’importanza cruciale dell’appuntamento referendario. «La partita è tutta qui», si legge nella Newletter, «qui e ora. Chi vuole cambiare, ci dia una mano. Dandoci del tempo, chiamando un po' di amici, facendo il volontario sulla rete o tra la gente. Oppure costituendo un comitato. Come fare è spiegato su www.bastaunsi.it . Dove chi vuole può anche dare un piccolo contributo economico, prezioso per la campagna di comunicazione, che abbiamo iniziato a far girare. Ogni sforzo è importante. Può persino essere decisivo. La partita è adesso e non tornerà».
De Vincenti: tempo giusto per sviluppare dibattito tra i cittadini
A confermare ufficialmente la data scelta ci ha pensato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. Il Cdm, ha spiegato in conferenza stampa, «ha convenuto sulla data del 4 dicembre dell'indizione da parte del Presidente della Repubblica del referendum popolare previsto dall'articolo 138 della Costituzione». La prima domenica di dicembre darà il tempo secondo De Vincenti «per sviluppare un confronto approfondito tra i cittadini sulla riforma perchè sono i cittadini a decidere come è giusto quando abbiamo a che fare con il funzionamento delle istituzioni». Per celebrare il referendum, ha ricordato poi, «i i termini sono stabiliti dalla legge, la decisione arriva con più di dieci giorni di anticipo rispetto al termine utile e anche la data è anticipata rispetto all'ultima data possibile».

Renziani in campo: voto per cambiare il Paese
Il via libera del governo alla data delle urne referendarie scatena i commenti pro e contro dei favorevoli e dei contrari alla riforma che punta a rivoluzionare il nostro assetto istituzionale incardinato sul bicameralismo. Tra i primi a twittare è il senatore Pd, Andrea Marcucci, fedelissimo del premier: «Domenica 4 dicembre sarà la volta buona per un'Italia più semplice». «Si vota il 4 dicembre. Per cambiare la Costituzione, per cambiare il Paese», gli fa eco il capogruppo dem alla Camera, Ettore Rosato. Per la Governatrice del Friuli Venezia Giulia e vicepresidente del Pd Debora Serracchiani «il Paese è chiamato a una grandissima prova di democrazia, che mette nelle mani del popolo l'opportunità e la responsabilità di modernizzare la Carta costituzionale. Ci attende un evento di straordinario rilievo».

La risposta dell’opposizione: tanto vince il No
Dal fronte opposto arriva il commento critico di Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra italiana alla Camera; «Il capo ha deciso 4 dicembre. Se poteva portava referendum a Natale. Ma due mesi in più di propaganda non cambiano esito. Tanto vince il No». Stesso tenore per il tweet della responsabile Comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini, secondo cui «il governo sceglie ultimo giorno utile per far votare gli italiani al referendum. Renzi vuole rimandare la sconfitta ma non potrà evitarla». Via Facebook , il vicepresidente M5S della Camera, Luigi Di Maio, spiega che scegliendo il 4 dicembre «Renzi non allontana solo la data del referendum, prova ad allontanare la sua paura di andare a casa. Ma quello che è differito non è evitato. #IODICONO». Per il capogruppo della Lega Nord a Montecitorio Massimiliano Fedriga l’indicazione del 4 dicembre «è l'ultima squallida trovata di Renzi che gli si ritorcerà contro perché la gente lo manderà a casa». Renzi,aggiunge, «si comporta come lo studente impreparato che rimanda sempre l'esame perchè impreparato ma alla fine verrà comunque bocciato».
D’Alema: c’è tempo per cambiare legge elettorale e ritoccare Costituzione
In attesa di una presa di posizione della minoranza interna del Pd, l’ex premier e sostenitore del No Massimo D’Alema approfitta della scelta della data del referendum confermativo ufficializzata oggi dal Governo per auspicare una sconfitta del premier («forse se prende una sveglia sarà un po' meno arrogante») e rilanciare l’opportunità di una modifica immediata della legge elettorale. Per D’Alema «c’è tempo per rifare le leggi elettorali e anche per un limitatissimo intervento sulla Costituzione e cioè la riduzione del numero dei parlamentari: 400 deputati e 200 senatori eletti dal popolo e non nominati dai partiti». L’ideale, ha spiegato, sarebbe «il ritorno «ad una forma di collegio uninominale in cui la gente guardia in faccia le persone e sceglie da chi farsi rappresentare. Si può benissimo fare e credo che su questo ci possa essere una larghissima convergenza».
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