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Stabilità, Renzi: raddoppio della quattordicesima per le minime

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intervista a quinta colonna

Stabilità, Renzi: raddoppio della quattordicesima per le minime

Vincoli di bilancio Ue nel mirino del premier alla vigilia del Consiglio dei ministri che domani darà il via libera al Def, premessa necessaria alla legge di Bilancio 2016 “osservata speciale” di Bruxelles. «I soldi che spendiamo per i migranti e per il terremoto, soprattutto per le scuole, non li voglio conteggiati nel patto di Stabilità», conferma Matteo Renzi ospite stasera di “Quinta colonna” (Rete4). La loro esclusione è data per scontata «perché altrimenti vorrebbe dire pagare due volte. Questo lo abbiamo detto e lo facciamo», sottolinea il premier , che esclude qualsiasi contromossa punitiva da parte delle istituzioni europee «perché lo facciamo lo stesso: è un rispetto delle regole che si chiama clausole eccezionali».

Pensioni minime, verso raddoppio a 80 euro delle tredicesime

Al centro dell’intervista anche un assaggio delle misure che il governo sta studiando in vista della prossima legge di Bilancio. Tra i temi caldi ci sono le pensioni, e la possibilità di aumentare le minime intervenendo sulle tredicesime. Alle minime fino a 750 euro, ricorda Renzi, «viene data una cosiddetta quattordicesima, che viene attorno ai 40 euro. Stiamo cercando di tirare su questo limite, il nostro obiettivo sarebbe arrivare il più possibile vicino ai 1.000 euro di pensione: vediamo se ce la facciamo. A questi raddoppiamo la quattordicesima e anziché 40 avranno 80 euro in un'unica soluzione».

Pensionati, anticipo volontario a chi è stato “fregato” da scalone Fornero
Altre misure sono in arrivo per «chi voleva andare in pensione e per la Fornero non ha potuto». Per queste persone - assicura Renzi - «faremo un anticipo della pensione che si chiama Ape: a qualcuno piace e a qualcuno no. Potrai andare in pensione fino a tre anni prima e prendere più o meno il 5% in meno». «Molte delle persone con cui ho parlato mi dicono che il 5% non va bene, altri preferiscono andare in pensione - racconta Renzi - è una scelta. Nessuno deciderà per conto degli altri. Ma queste persone sono state fregate: siccome si vive più a lungo è comprensibile che quelli di prima dicessero che si doveva andare in pensione più tardi, ma hanno esagerato lo scalone», sottolinea ancora il premier.

Confermato il taglio all’Ires
Il governo, aggiunge Renzi dopo aver illustrato all’intervistatore Paolo del Debbio le principali misure della prossima legge di Bilancio («è il patto della lavagna») sta lavorando per fare in modo che determinate categorie di lavoratori, per esempio «chi ha parenti disabili da accudire e chi è disoccupato o svolge un lavoro usurante» possa andare in pensione con l’Ape non con il 95% dello stipendio «ma il 99%». Sempre in tema di legge di Bilancio Renzi conferma poi il taglio di Ires e Iri («si abbassano tutte e due») e lo stanziamento di 50 milioni di euro aggiuntivi per il Fondo per la non autosufficienza.

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