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Pensione anticipata, «Ape social» gratuita fino a 1.500 euro

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mercoledì tavolo CON SINDACATI

Pensione anticipata, «Ape social» gratuita fino a 1.500 euro

Almeno in versione soft i precoci ci saranno. Anche se le risorse finali per il pacchetto pensioni si dovessero ridurre a 1,5-1,7 miliardi rispetto ai 2 miliardi finora ipotizzati. Ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha spostato di 24 ore la convocazione del tavolo sindacale. Una scelta legata alla decisione di varare la Nota di aggiornamento al Def solo questa sera. Mossa che ha consentito ai tecnici un ulteriore margine per gli ultimi ritocchi a un insieme di misure che non dovrebbe trascurare nessuna delle “voci” indicate nelle ultime settimane. «Speriamo di chiudere positivamente la trattativa, sul tavolo ci sono diverse soluzioni. Si tratta di un lavoro non semplice» ha affermato ieri Poletti, mentre il sottosegretario Tommaso Nannicini è tornato sul tema dell’equità che farà da filo rosso delle diverse misure in arrivo: «Bisogna fare una serie di interventi - ha detto - per coprire emergenze sociali, in uno spirito di equità».

Sui lavoratori precoci, ovvero chi ha iniziato a versare contributi da minorenne, sembra confermata la scelta di riconoscere un bonus per traguardare i 41 anni di anzianità necessari al ritiro anticipato solo a coloro che hanno lavorato da prima dei 16 anni. Questo bonus-ponte (costo 600 milioni) potrebbe diventare a rischio soltanto nel caso in cui la manovra dovesse attestarsi a quota 20 miliardi, con una dote per la previdenza non superiore a 1,5 miliardi.

Tra gli altri capitoli del dossier, che dopo l’incontro di domani potrebbero confluire in un verbale sindacale e non in un classico protocollo d’intesa (non è ancora noto se verrà sottoscritto da tutte le sigle), vengono confermate le due misure per chi è già in pensione e vive con un assegno modesto. Le 14esime verranno estese a circa 1,2 milioni di pensionati tra i 750 e i 1.000 euro netti al mese e saranno pagate su tre fasce di reddito, come quelle già in vigore, a seconda degli anni di contribuzione del beneficiario. Si parla di una dote di circa 700 milioni da destinare per il 30% alle 14esime in essere, con il restante 70% destinato ai nuovi beneficiari: «Alle pensioni minime, a quelli che arrivano fino a 750 euro, viene data oggi una 14esima, circa 40 euro al mese. A questi raddoppiamo la 14esima, in un’unica soluzione» ha affermato ieri sera sulle reti Mediaset il premier. Circa 260 milioni serviranno invece per l’allineamento della “no tax area” a quella dei lavoratori dipendenti (alzando il tetto per tutti i pensionati a 8.124 euro contro quello di 7.750 euro annui riconosciuto agli under 75).

Per quanto riguarda le nuove flessibilità in uscita l’Ape social dovrebbe essere riconosciuta non solo ai 61-63enni (con 20 anni di contributi) disoccupati e senza ammortizzatore sociale o con gravi carichi familiari. Entrerebbero in questo anticipo con finanziamento bancario assicurato e rimborso gratuito (fino a 1.500 euro di pensione; la quota superiore a questa soglia farà da base per il calcolo del costo del rimborso agevolato) anche lavoratori impegnati in mansioni a rischio come gli operai edili, i macchinisti e probabilmente anche il personale marittimo imbarcato; profili individuati con la banca dati Inail. L’Ape social, che costerebbe 5-600 milioni, verrebbe riconosciuta con un meccanismo a esaurimento risorse, nei primi due anni di sperimentazione, e non con una norma che riconosce fin da subito un diritto pieno ai beneficiari, opzione quest’ultima giudicata a rischio visto la categorialità della misura. Le altre due forme di anticipo non dovrebbero cambiare: la volontaria sarà onerosa per i beneficiari con un abbattimento fiscale solo parziale mentre l’Ape aziendale, utilizzabile nelle situazioni di crisi o ristrutturazioni aziendali, sarà a carico dei datori di lavoro. Ma le forme e la portata di questo finanziamento-ponte sarà definito in sede di accordi sindacali e non per legge. Molto probabilmente per rimborsare l’Ape in versione aziendale si utilizzerà lo 0,30% finora pagato dalle imprese per l’indennità di mobilità e che vale in complesso 600 milioni l’anno. Infine le misure per la gratuità dei cumuli di contributi effettuati su gestioni diverse e per la semplificazione delle regole per l’uscita anticipata degli usuranti.

In questi giorni i tecnici hanno lavorato anche al testo del decreto legge che sarà varato prima del disegno di legge di Bilancio per definire il preciso flusso gestionale che dovrà essere garantito dall’Inps per riconoscere l’Ape: dalla certificazione dei requisiti dei richiedenti ai rapporti con le banche finanziatrici.

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