Italia

Le nuove regole M5S ufficializzano il «capo politico»

  • Abbonati
  • Accedi
cinque stelle

Le nuove regole M5S ufficializzano il «capo politico»

Beppe Grillo  e Davide Casaleggio abbracciati sul palco della festa del M5S a Palermo. (Ansa)
Beppe Grillo e Davide Casaleggio abbracciati sul palco della festa del M5S a Palermo. (Ansa)

Detto, fatto. Dopo la kermesse di Palermo il Movimento Cinque Stelle prova a ripartire. Lo fa sul piano nazionale mettendo da oggi al voto sulla piattaforma Rousseau le proposte di nuovo regolamento e di “non statuto”, che certificano il debutto del «capo politico» come «organo» del M5S, la diarchia Grillo-Casaleggio al vertice (il primo come capo, appunto, il secondo in quanto detentore delle chiavi del blog) e il congelamento della situazione spinosa di Federico Pizzarotti. E lo fa sul piano locale, a Roma, dove Virginia Raggi ha incassato l’agognata autonomia e sta per chiudere la squadra, a quasi un mese dalla raffica di dimissioni che l’ha travolta. Il patto per il Campidoglio è chiaro: fiducia totale e stop alle ingerenze dei parlamentari, ma a condizione che Raggi non commetta altri errori e cominci a governare.

Si va avanti, dunque. Ieri sul blog l’annuncio dell’avvio delle votazioni sui due documenti, che dureranno fino al 26 ottobre. Sono nel regolamento le novità che segnano la svolta. Il «capo politico», come Grillo si era definito a Palermo, diventa organo del M5S insieme all’assemblea degli iscritti e al comitato d’appello e a un altro organismo nuovo di zecca (ma non al direttorio, che non c’è): il collegio dei probiviri, composto da tre persone nominate all’interno dei gruppi parlamentari che fungeranno da primo grado di giudizio per chi viola le regole. Si prevede poi che la procedura di identificazione e accettazione degli iscritti al M5S, ovvero l’iscrizione che avviene solo via blog, «viene effettuata dal gestore del sito incaricato dal capo politico del Movimento 5 Stelle». Insomma: Davide Casaleggio mantiene con la Casaleggio Associati le chiavi del blog, ma Grillo autorizza.

La contromossa del M5S per risolvere la grana dei ricorsi degli espulsi e prendere tempo con il sindaco di Parma è sottile. Agli iscritti si chiede se intendono lasciare il regolamento così com’è oppure adottare una nuova versione, con o senza le espulsioni. Nel primo caso si introducono sanzioni intermedie (richiamo e sospensione fino a 12 mesi dall’invio delle controdeduzioni), nel secondo vengono identificate come sanzioni disciplinari «il richiamo, la sospensione sino a 24 mesi e, nei casi di perdita dei requisiti di iscrizione, la sospensione a tempo indeterminato». Comunque vada, Pizzarotti rischia di restare congelato proprio mentre Parma sta per andare alle urne, tra otto mesi. Tanto che medita l’idea di presentare una lista civica. E anche se il legale di alcuni ricorrenti, Lorenzo Borrè, sostiene che il nuovo regolamento «non potrebbe avere efficacia retroattiva», il primo cittadino di Parma tuona: «In due giorni, dall’uno vale uno siamo passati al capo politico, al passaggio dinastico e a regole ad personam per far fuori i non allineati. Se questo sta bene a tutti, mi chiedo se sono ancora nel posto giusto».

I sostenitori del sindaco parlano di «lodo ad personam». Anche uno dei suoi rivali, Massimo Bugani, co-gestore di Rousseau con Casaleggio e David Borrelli, pur ricordando che la decisione finale «è solo di Grillo», afferma in Tv: «Ho avuto con lui tanti scontri e su molte cose la pensiamo diversamente. Ma so anche che ha saputo governare una città difficile come Parma». E il pensiero corre alle turbolenze romane. Potrebbe arrivare domani la nomina del nuovo assessore al Bilancio: Raggi sembra intenzionata a confermare il magistrato contabile Salvatore Tutino. «Persona squisita e competente, ho dato il mio placet», assicura l’assessore al Turismo Adriano Meloni. Si sta per chiudere anche sulle Partecipate e sul nuovo amministratore di Ama. Giovedì l’assemblea capitolina si riunirà per votare la mozione sul no alle Olimpiadi. Mentre l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, all’assemblea Acer, ha promesso: «Porterò in Consiglio 600 delibere di certificazioni di debiti fuori bilancio per 120 milioni di euro di appalti a imprese che venivano dall’universo mondo. E sbloccherò 200 convenzioni ferme in un cassetto perché dovevamo lavorare allo stadio della Roma».

© RIPRODUZIONE RISERVATA