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Boeri: senza riforma Inps in difficoltà per l’Ape

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previdenza

Boeri: senza riforma Inps in difficoltà per l’Ape

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha difeso ieri davanti alla Commissione parlamentare di controllo degli enti previdenziali la riforma organizzativa adottata negli ultimi mesi e che prevede, tra l’altro, la riduzione da 48 a 36 delle attuali direzioni con un riequilibrio della loro distribuzione, passando da 33 a 14 direzioni centrali e da 15 a 22 territoriali. Un riassetto necessario, secondo Boeri, per garantire una migliore funzionalità all’Istituto dopo gli anni seguiti all’incorporazione di Inpdap ed Enpals. E che non deve essere interrotto sul nascere visti gli ulteriori compiti che ricadranno sull’Inps con le novità in arrivo per i pensionamenti anticipati. «Se vogliamo fare l’Ape c’è bisogno di una macchina più efficiente, fermare adesso questa riforma comporterebbe problemi anche per l’attuazione del provvedimento» ha affermato a margine dell’audizione.

La riorganizzazione dell’Inps, adottata dal presidente con una serie di atti amministrativi propri (le «determinazioni»), ha raccolto alcuni rilievi critici da parte dei ministeri vigilanti, in particolare su aspetti controversi che riguardano la divisione di ruoli e poteri tra presidente e direttore generale, i criteri di selezione dei nuovi dirigenti (con una funzione istruttoria affidata a una Commissione di esperti) e la possibilità di effettuare nuove assunzioni con i risparmi derivanti dalla riduzione delle direzioni. «Apporteremo alcuni chiarimenti per rispondere ai rilievi ma la riforma andrà avanti» ha spiegato ieri Boeri, assicurando che l’impianto complessivo non muterà e verrà implementato.

Prima di lui in Commissione è stato udito Pietro Iocca, il presidente Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’istituto (Civ) che ha presentato un ricorso al Tar contro la riforma: «Se il presidente Boeri ritira, riforma o corregge le violazioni di legge siamo pronti a ritirare il ricorso» ha detto Iocca, lamentando tra l’altro il fatto che il piano non era stato illustrato preliminarmente al Civ per i previsti pareri: «Ne abbiamo avuto comunicazione - ha detto - perché allegato al parere dei revisori». Secondo Iocca «se si asciugano le competenze di Civ, Direttore generale e Collegio dei sindaci alla fine si asciuga anche la democrazia e resta un uomo solo al comando».

Boeri ieri ha anche spiegato che a regime, con l’attuazione della riforma, Inps avrebbe risparmi per circa 8 milioni, tra costi diretti e indiretti delle direzioni soppresse, risorse che potrebbero essere utilizzate - ha insistito - per finanziare un piano di assunzioni per 900 giovani laureati.

Più in particolare il piano di riorganizzazione, secondo Boeri, consente di meglio definire i ruoli e le competenze del presidente, ereditate con la cancellazione del Cda nel 2010, una scelta fatta dal legislatore che ha lasciato in sospeso la governance dell'Inps (ma anche dell'Inail), con un modello “duale” da più parti criticato e che lo stesso presidente vorrebbe fosse al più presto aggiornato. Per farlo serve una legge: «Da tempo mi batto perché la nuova governance dell'Inps venga varata al più presto e venga ridotto il potere del presidente» ha spiegato Boeri, ricordando che renderebbe possibile anche ridurre in modo consistente il numero dei componenti del Consiglio di indirizzo e vigilanza (oggi sono 24) e del collegio dei sindaci (attualmente 9), con «ulteriori risparmi per le casse pubbliche e rendendo più snelli questi organi senza sminuirne il ruolo»

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